Per chi è alle prime armi …

seguo sempre con interesse, grazie

sebbene abbia in casa anche il tuo libro (e di Thurio & Co.) che tratta questi argomenti, ti seguo perchè spero che continuerai oltre il punto in cui ti fermasti l'altra volta,

avevi anticipato l'argomento delle strategie complesse, se non ricordo male, invece poi gli eventi devono aver suggerito di concludere prima

Certo! Stiamo approntando un software per la gestione dinamica delle strategie complesse dove ognuno potrà sapere in qualsiasi momento in base alle evoluzioni del mercato quali sono le correzioni più opportune da mettere in campo.

Questa si che è un informazione coi fiocchi di grano
speriamo sia pronta in breve

COSA SONO LE OPZIONI

Terminata la parte iniziale dedicata ai futures direi di passare senz'altro al capitolo più vasto e per certi versi più complesso riguardante le opzioni che ci terrà occupati per i prossimi mesi.

E’ bene che quanto esporremo sia seguito anche da quelli più acculturati in quanto avranno l’occasione di ripassare i concetti e di metterli ulteriormente a fuoco.

Bene! Iniziamo...

Partiamo al solito dalla definizione e successivamente faremo degli esempi esplicativi per afferrare in modo più incisivo i concetti.

Le opzioni sono contratti che conferiscono all’acquirente, dietro pagamento di un prezzo, detto premio, il diritto (e non l’obbligo) di esercitare o meno la facoltà di

• Acquistare ( e in questo caso si chiamerà opzione call)
• Vendere (e in quest’altro caso si chiamerà opzione put)

una certa quantità di un determinato bene, detto sottostante, a una determinata data di scadenza e a un determinato prezzo (Prezzo base o prezzo di esercizio o strike price).

E’ bene ricordare fin da adesso che alcune tipologie di opzioni possono essere esercitate solo al momento della scadenza mentre per altre è possibile intervenire anche prima della scadenza.

Le prime sono opzioni di tipo europeo, mentre le seconde sono opzioni di tipo americano.

Ebbene, negli esempi che di volta in volta prenderemo in esame si riferiscono alle opzioni Mibo che hanno come sottostante l’indice FTSE Mib italiano (un prodotto finanziario, quindi) e che sono di tipo europeo. Ad ogni modo le considerazioni che esporremo potranno essere estese anche ad altri prodotti.

Mhh..! Cominciamo male...

Lascia perdere per un attimo la Borsa. Per capire cosa è un’opzione per il momento devi pensare ad altro. All’acquisto di un appartamento, per esempio. Quello che ti hanno appena proposto a pochi passi dalla tua attuale abitazione pare essere un ottimo affare ma dal tuo ufficio ti hanno appena comunicato che potresti essere trasferito in un'altra città. Quindi da una parte – vista la situazione - non puoi assumere impegni finanziari, ma dall’altro non vorresti nemmeno farti scappare questa ghiotta occasione visto che ci sono un sacco di altri potenziali acquirenti che hanno fiutato l’affare.

Che fai?

Che faccio?

Decidi di pagare una certa cifra, relativamente bassa, per avere la possibilità di rimandare la decisione, poniamo, di un mese. Cioè, acquisti un’opzione per avere la possibilità di decidere, tra un mese, se entrare o meno in possesso dell’appartamento al prezzo fissato oggi. Se avrai ancora necessità di concludere l’affare e se questo ti parrà ancora conveniente, potrai farlo. Ma nessuno potrà obbligarti in questo senso se dovessi essere trasferito o se dovessi riuscire a trovare magari un’occasione migliore.

Pago una caparra!

Grosso modo! Vedo con piacere che hai già afferrato il senso del discorso.
Ora, trasferisci il ragionamento alla Borsa. Dunque, hai intenzione di acquistare l’indice perché pensi che i mercati possano salire ma qualcosa ti frena. Che fai?

Acquisti un’opzione pagando un premio che ti consenta, tra qualche tempo, di acquistare l’indice alle quotazioni odierne oppure ad un prezzo di esercizio diverso, che in ogni caso sarai tu a stabilire.

Prezzo di esercizio?

Esatto. Puoi stabilire tu, oggi, a quale prezzo entrare sul mercato, tra un mese o due o tre, tenendo conto che le opzioni Mibo sono prezzate con un range di 250 punti. Metti il caso che il mercato si trovi a 20000 punti. Troverai opzioni con prezzi di esercizio di 20250, 20500, 20750, 21000 punti. Ma anche a 19750, 19500, 19250, 19000, eccetera.

Adesso ho capito. E’ tutto qui?

No! Intanto abbiamo detto che le opzioni danno diritto all’acquisto ma anche alla vendita di un bene o di uno strumento finanziario. L’esempio precedente si riferiva ad una opzione di acquisto, cioè ad una Call, mentre la situazione speculare, utilizzabile nel caso in cui si desideri avere la possibilità di vendere ad una certa data futura, si chiama Put.

Quindi mi stai dicendo che se opto per l’acquisto di una determinata attività dovrei comprare una Call mentre invece se opto per la vendita della stessa attività dovrei comprare una Put?
Ma… quello che non riesco a capire è perché mai dovrei pagare per poter vendere ad una data futura?

Per esempio – nel caso dell’immobile – potresti temere che vi possa essere una svalutazione delle case in un prossimo futuro. Metti che sei il proprietario di un appartamento: puoi pagare un premio – si chiama proprio così, come la rata dell’assicurazione! – per avere la possibilità, ma non l’obbligo, di poterlo vendere al tempo e al prezzo che tu stabilisci oggi.
Improbabile? Forse. Ma per le grosse aziende produttrici di commodities (soia, grano, etc.), per esempio, si tratta di una pratica assolutamente normale.

Qual è motivo di questo comportamento?

Perché così facendo si proteggono da un possibile calo delle quotazioni del loro prodotto. Rinunciano ad una parte dei guadagni acquistando un’opzione Put ma in cambio hanno la certezza di portare a casa un profitto certo quali che siano i prezzi al momento della consegna delle merci.

Non sei ancora convinto? Per farti rendere conto di quanto sia normale acquistare una Put posso farti un altro esempio. Assai più convincente perché ti riguarda.