Il modello B&S - Contesto storico e antecedentiDopo i primi decenni successivi alla seconda guerra mondiale la finanza matematica comincia a strutturarsi come disciplina autonoma e, nel 1973, arriva il contributo di Black e Scholes.
Fischer Black (1938-1995), dopo essersi laureato in Fisica ad Harvard, consegue il dottorato in matematica applicata nel 1964, sempre ad Harvard. Nel '65 lascia l'ambiente accademico ed entra in una società di consulenza di Boston. Qui comincia ad interessarsi al problema della valutazione delle operazioni finanziarie. Elabora anche una certa equazione differenziale, che però lascia nel cassetto.
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Nello stesso periodo arriva al MIT Myran Scholes, un giovane economista canadese che si era specializzato a Chicago, per ricoprire la cattedra di Finanza. Fischer e Scholes si incontrano ed elaborano quel modello che successivamente sarà conosciuto come l'equazione di Black e Scholes.
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Per i due, inizialmente, il successo tarda ad arrivare. Le più importanti riviste americane dell'epoca, il
Journal of Political Economy e la
Review of Economics and Statistics rifiutano il loro articolo. Solo nel '73, lo stesso anno in cui a Chicago si permette che le opzioni siano scambiate in Borsa, (mettendo così fine al loro mercato non ufficiale), il loro articolo verrà pubblicato.
E così, assieme ai problemi posti dalle turbolenze finanziarie degli anni '70, alla relativa semplicità della loro formula, e all'attenzione del mondo accademico, per i due economisti nord-americani arriva il successo. Nel '97, per la loro teoria sul prezzo delle opzioni, Scholes vincerà il premio Nobel per l'Economia assieme a Robert C. Merton (con cui aveva cominciato a collaborare quando questi era ancora uno studente di Economia al MIT). Black era scomparso due anni prima, per un tumore alla gola.
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Prima di concludere questa breve escursione nel passato è giusto ricordare che nella storia di questa equazione è coinvolto anche un giapponese: il matematico Kiyosi Ito. Questo scienziato, nel 1944, estese l'integrale stocastico di Wiener. Certamente a quell'epoca, oltre trent'anni prima dei lavori di Fischer e Scholes, il matematico giapponese non poteva pensare che il suo integrale, tramite i cosiddetti
processi di Ito ed il
lemma che porta sempre il suo nome, sarebbe stato, qualche decennio dopo, uno dei mattoni più rilevanti per la costruzione del modello di Black e Scholes.
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