Differenza tra prezzo e valore

Sappiamo tutti che il solo prezzo non rappresenta il fattore determinante quando bisogna prendere una decisione di acquisto di un qualsiasi prodotto. Nessuno si sognerebbe mai di comprare una casa, un automobile o un telefono cellulare basandosi unicamente sul prezzo. Nel prendere una decisione d'acquisto si tende generalmente a considerare il valore e cioè il giusto corrispettivo monetario di un bene che viene scambiato quello che in gergo viene definito fair value (valore equo).

Questo valore è influenzato, oltre che dal prezzo, da diverse altre variabili, tra cui la domanda e l'offerta sul mercato, la qualità del bene o del servizio, la percezione del consumatore, eventuali offerte promozionali e così via.

Insomma, il prezzo non ci dice tutto. Molti trader inesperti non fanno questa dovuta distinzione tra prezzo e valore e spesso si ritrovano ad entrare a mercato a prezzi iniqui spinti unicamente da un impulso di tipo emotivo.

In effetti il mercato ruota costantemente tra due diverse condizioni:

• Una caratterizzata da uno sviluppo prevalentemente di tipo orizzontale dove la quotazione del generico strumento finanziario tende a muoversi lateralmente in un contesto in cui c’è un certo accordo tra i partecipanti al mercato e quindi una accettazione dei livelli di prezzo battuti.
  
  
• E una con uno sviluppo prevalentemente di tipo verticale, come si verifica in un mercato di tendenza, dove evidentemente non c’è accordo e accettazione da parte dei partecipanti al mercato dove c’è una parte aggressiva che prende sopravvento sull’altra fino a quando si troverà un nuovo equilibrio dove gli scambi risulteranno maggiormente facilitati tra gli operatori.

Nel primo caso il prezzo e valore tendono a coincidere (mercato in equilibrio) e quindi ogni volta che il prezzo si allontana dal valore tende a ritornare su quest’ultimo. In un mercato laterale il prezzo segue il valore.

Nel secondo caso (mercato squilibrato) il prezzo e valore tendono a divergere; il valore segue il prezzo che anticipa il movimento. Nei mercati sbilanciati il prezzo è alla costante ricerca di un nuovo equilibrio in cui acquirenti e venditori possano trovare un valore equo dove poter scambiare comodamente.

Quando siamo in presenza di un equilibrio del mercato, il valore equo si troverà al centro della distribuzione dei prezzi e gli estremi, sia sopra che sotto rappresenteranno livelli ritenuti ingiusti o non accettati dai partecipanti.

È chiaro quindi che in un mercato di questo tipo un movimento verso l'estremità superiore sarà visto dagli acquirenti come un prezzo troppo caro e allo stesso tempo i venditori lo considereranno economico, quindi le loro azioni faranno tornare il prezzo in corrispondenza della zona centrale più equa.

Allo stesso modo, una visita all'estremità inferiore del range sarà vista come economica dai compratori e costosa dai venditori, il che causerà un'ulteriore svolta verso l'alto.

Questa azione incessante porta al tipico trading range visibile graficamente e che tutti conosciamo, dove si cerca di comprare sui minimi e vendere sui massimi sperando che il prezzo continui a comportarsi in questo modo cioè a respingere gli estremi.

Naturalmente questo equilibrio tenderà a rimanere in piedi per un certo periodo di tempo fino a quando le sue condizioni non cambieranno.

In effetti prima o poi il prezzo uscirà definitivamente da questo trading range dando luogo al cosiddetto breakout. Questo movimento può indicare un cambiamento significativo nella dinamica del mercato che da equilibrato passerà a instabile o squilibrato portando con se nuove opportunità di trading.

Cosa succede in pratica? Beh… quando il prezzo esce da una zona di trading superando livelli di resistenza e di supporto significativi è perché la percezione del valore da parte degli operatori è cambiata.

Il compito del trader a questo punto è quello riuscire a valutare se questi nuovi livelli di prezzo raggiunti saranno accettati o respinti. Come abbiamo detto in precedenza, il prezzo in queste circostanze si muove prima rispetto alle altre due variabili - tempo e volume - nel determinare una potenziale area di valore e quindi funziona come una sorata di battistrada di apripista, ma sono il tempo, in prima battuta, e il volume successivamente, a decretare l'accettazione o il rifiuto di questa nuova area.

Come facciamo a capire quando c’è accettazione? Beh… si considera accettazione di una nuova zona di valore quando la quotazione riesce a mantenere il livello di prezzo raggiunto per un certo periodo di tempo (tempo) e su questo si assiste ad un aumento dello scambio di contratti tra acquirenti e venditori (volume), il tutto viene rappresentato graficamente da una lateralizzazione del prezzo. Al contrario, valutiamo come rifiuto il rapido ritorno del prezzo a livello della precedente area di valore che testimonia la perdita di interesse ne mantenere i prezzi appena raggiunti.

Potremmo quindi dire che tutti gli sviluppi di tipo orizzontale finiscono quando non c'è più accordo tra i partecipanti sul valore; mentre tutti gli sviluppi verticali terminano quando il prezzo raggiunge una zona dove c'è di nuovo accordo tra i vari operatori. Questo continuo movimento ciclico del mercato è un concetto molto importante che può essere sfruttato a nostro vantaggio per costruire strategie di trading coerenti con questo tipo di impostazione.

Infondo, a noi non interessa sapere quali siano state le cause che hanno prodotto il cambiamento nella percezione del valore da parte dei partecipanti, quello che ci interessa sapere, invece, è dove questi - in base alle informazioni disponibili al momento - hanno collocato il valore percepito nella scala dei prezzi.

Ora, questa posizione non è assoluta ma relativa nel senso che può arrivare in qualunque momento una notizia importante capace di modificare questo equilibrio e quindi la percezione del valore da parte dei partecipanti in quel momento.