Commento di chiusura martedì 13 giugno 2017
L’indice Ftse Mib chiude a 21.088 punti (+0.85%) in una giornata in cui il movimento principale è stato fatto all’inizio della seduta.
Il buon andamento degli indici americani ha favorito la buona chiusura di quelli europei.
Fino alla scorsa settimana gli indici americani hanno segnato nuovi massimi storici e lo S&P500 dall’inizio dell’anno ha aggiornato il ventesimo massimo storico di sempre. E’ naturale che in queste condizioni, prima o poi un ritracciamento si intercetti.
Il mese borsistico di giugno sta per concludersi ed è un mese molto importante. Da più parti si possono cogliere aspetti che sembrano indirizzare verso uno storno dei listini americani e il primo è il violento sell-off che ha colpito il Nasdaq Composite venerdì scorso, quando anche l'S&P500 ha perso all'improvviso un punto e mezzo percentuale, salvo limitare le perdite nel finale.
Molto importante sarà l'appuntamento di domani con la Fed per vedere quali indicazioni potrà dare.
L'Europa perde meno dell'America perché la ritrovata stabilità politica induce molti investitori a puntare sull'azionario dell'area euro e perciò in futuro si tenderà a rafforzare questa divergenza.
Per quanto ci riguarda ormai il rischio elezioni anticipate non c'è più nel breve, non a caso i bond italiani si sono contratti, ancor più dopo che alle amministrative il Movimento 5 Stelle ha perso un po' ovunque.
Quello che si nota di più è il ricorso in maniera massiccia alle opzioni e questo per il basso costo dovuto all'abbassamento della volatilità implicita che rende più conveniente e meno rischioso puntare sul derivato piuttosto che sul sottostante.
Ciò rappresenta sicuramente un ulteriore segnale del fatto che le Borse in generale e quella americana in particolare sono davvero molto tirate e a mio avviso è aumentato il rischio di una correzione che potrebbe materializzarsi domani dopo il meeting della Fed. La Banca Centrale americana ha sempre avuto un atteggiamento benevolo, ma nel caso in cui la Yellen dovesse alzare i tassi di interesse, come previsto, senza accennare ad un rallentamento della politica dei rialzi dei tassi, ci potrebbe essere una reazione negativa da parte dei mercati.