04/12/2017, 14:33
Il tiro alla fune
Non c’è dubbio che la scorsa settimana c’è stato un innegabile ripresa della percezione del rischio che si è concretizzata con un significativo rialzo della volatilità implicita nei prezzi delle opzioni e dell’estensione dei movimenti intraday dei principali indici.
Si è andato poi ampliando la divergenza tra gli indici americani e quelli europei con i primi che hanno continuato a manifestare una forza relativa rispetto ai secondi alle prese con un euro forte che si è riportato sopra 1,19 rispetto al dollaro.
Poi venerdì scorso c’è stata la mazzata finale che ha generato una bordata di vendite in seguito alla notizia che Flynn - l’ex Consigliere alla Sicurezza di Trump - ha ammesso di aver mentito alla FBI riportando alla luce il caso Russiagate ed aumentando - di fatto - le possibilità e di impeachment per il Presidente Trump, come avvenne per Nixon nel 1974.
In pochi minuti, prima della chiusura delle le borse europee, la seduta americana, che fino a quel momento proseguiva tranquillamente in leggero rialzo, ha subito una violenta correzione con l’indice SP500 che è precipitato di oltre -1,7%, trascinando nel panico anche le borse del vecchio continente.
Ma, come ormai siamo abituati da molto tempo, dopo che i mercati europei avevano chiuso in forte calo – sono tornati di nuovo i compratori (intuendo l’esito positivo della riforma fiscale di Trump) facendo recuperare quasi tutta la perdita agli indici USA, con SP500 in grado di contenere la perdita giornaliera ad un misero -0,2%.
Non c’è dunque da stupirsi che oggi i mercati Europei sono tutti in forte recupero.
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Meno si rischia più si guadagna ...