08/02/2019, 12:02
Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire
Dopo la bordata di dati deludenti sull'economia reale arrivata la scorsa settimana che hanno documentato il calo del PIL del 4° trimestre 2018, a -0,2% rispetto al precedente, che era già sceso di -0,1%, e che quindi certificano la recessione tecnica, ieri la parola è passata all'ufficio studi della Commissione UE che ha rivisto a ribasso le stime per il 2019 di tutta l’Unione Europea, dall'1,9% all'1,3%. Il fanalino di coda è risultato ancora una volta l’Italia.
La Commissione UE che più di un mese fa aveva preso per buone le ipotesi del nostro governo (+1% di crescita nel 2019), ha rivisto le stime di crescita del Pil per il nostro paese che passa da +1,2% a +0,2% allineandosi di fatto a tutti gli istituti di analisi economica indipendenti con qualcuno che addirittura ci attribuisce un calo ulteriore.
Quindi i mercati hanno risentito del dato in maniera pesante e gli indici italiani non sono stati da meno visto che gli obiettivi di crescita fissati dal governo del cambiamento nella legge di bilancio sono diventati praticamente una chimera.
Gli unici a creder ancora al boom economico sono i ministri del governo del cambiamento che certe volte danno l’impressione di vivere in un altro pianeta.
Meno si rischia più si guadagna ...