13/06/2018, 10:42
Banche centrali tornano nel mirino
I mercati hanno ignorato completamente l’evento clou della giornata di ieri riguardante l’incontro storico tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il dittatore della Corea del Nord, Kim Jong-un che fino a non molto tempo fa era impensabile che i due potessero stringersi la mano.
La ragione di questa scrollata di spalle dei mercati è dovuta al fatto che c’è stata poca sostanza e molta propaganda di facciata da parte di Trump per incassare un successo personale ed entrare nella storia.
La verità è che alla fine il documento firmato – come detto – non presenta niente di sostanziale se non una mera dichiarazione di intenti, senza impegni precisi e scadenze temporali da parte di Kim per smontare l’apparato nucleare costruito in questi ultimi anni.
Quello che invece i mercati guardano con più attenzione è l’evento di questa sera alle ore 20 quando la FED effettuerà il secondo rialzo dei tassi del 2018, portando quello ufficiale sui Fed Fund al 2% e soprattutto a quello che dirà in conferenza stampa il governatore Powell.
Sebbene il rialzo sia in buona parte già scontato dai mercati, sarà importante capire – attraverso le parole di Powell – quali potrebbero essere le mosse future della FED e in particolare se ci saranno 3 oppure 4 rialzi nel corso del 2018.
Domani, a seguire ci sarà la riunione della BCE, che oltre a tener conto delle mosse della FED, potrebbe comunicare novità nella politica monetaria da attuare dopo la scadenza di settembre.
Quindi la scena, più che mai, viene ripresa dalle Banche centrali.
Meno si rischia più si guadagna ...