Distribuzione definitiva dei volumi sul future dell’indice Ftse Mib di
venerdì 11 dicembre 2015 Commento…Come detto, il prezzo del future si è fermato sul supporto statico 21.000 con una evidente asimmetria positiva nella distribuzione dei volumi. Nel finale, ha strappato rompendo la parte superiore del canale di regressione negativo in cui viaggiava dalla mattinata. E' stato tuttavia un fuoco di paglia in quanto è subito rientrato...
Così, a piazza Affari prevalgono ancora una volta le vendite e il Ftse Mib (-1.84% a 21.015 punti) chiude la settimana lasciando sul terreno il 4.56% (22.021 punti la chiusura di venerdì 4 dicembre). Una bella scoppola non c’è che dire!
Le ragioni di questo crollo sono evidenti e si riassumono in un detto: "ogni nodo viene al pettine".
Non c’è dubbio che i mercati, che li ha visti recuperare quasi tutto il calo estivo e riaffacciarsi nei pressi dei massimi annuali alla vigilia del Draghi day di una settimana fa, erano drogati dalla bolla speculativa dell’azione di allentamento monetario. La brutta delusione patita li ha costretti a prendere coscienza dei fatti oggettivi a tutti noti e che erano stati in parte snobbati.
Minaccia terroristica, che ha contagiato anche l’America, dopo aver messo a soqquadro la vita degli abitanti delle grandi città europee. L’ingarbugliamento della situazione in Siria ed Iraq, l’attrito tra Russia e Turchia dopo l’abbattimento del Jet da combattimento russo (questa settimana Putin ha parlato anche di armare i missili lanciati dai sottomarini con testate nucleari per contrastare il terrorismo). Insomma, un quadro geopolitico abbastanza complicato.
E la lista dei motivi di preoccupazione non si ferma qui, ma al contrario tende ad allungarsi ogni giorno.
- L’OPEC e la sua politica suicida, che ha causato un crollo dei prezzi del petrolio (Brent -3.47% a 38.35 dollari al barile, Wti a -2.18% a 35.96),
- L’instabilità politica in cui si è venuta a trovare la Francia dopo il successo al primo turno delle elezioni regionali dell'estrema destra di Marine Le Pen e che potrebbe estendersi a tutta l’Europa.
- La situazione cinese, che torna in primo piano dopo gli ulteriori e deludenti dati congiunturali negativi.
Insomma, a parte quello che ci dicono i dati riguardanti la lettura degli Open Interest, il quadro delineato è alquanto fosco.
Come se ne esce? Bhe… non resta che aspettare la Federai Reserve della prossima settimana che oltre ad alzare i tassi in maniera “blanda” potrebbe rincuorare i mercati evidenziando la forza dell'economia americana" e dando il via libera al recupero (più che rally) di fine d’anno.
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