maxxim52 ha scritto:
è sbagliato ragionare così. io faccio un'operazione utile se compro ad un prezzo più basso di quello a cui venderò o se vendo ad un prezzo più alto di quello a cui comprerò. punto. il buon affare lo vediamo solo ex post (mai ex ante). per banalizzare, un mio amico ha acquistato nel 2011 un appartamento a Napoli, in una zona dove si vendeva mediamente a € 4.000. lui ha comprato a € 2.500 a mq. ed era convinto di aver fatto un grande affare. sennonché è intervenuto il crollo del mercato immobiliare e ora lì si vende a € 1.500 a mq. per motivi personali, il mio amico è stato costretto a vendere e si è preso un bagno. Fuori dalla banalizzazione, chi compra put lo fa solo se: 1) reputa che ci sarà un aumento della volatilità implicita (cosa che tendo ad escludere almeno nei prossimi 5 giorni per i motivi sopra spiegati) e, quindi, pensa di guadagnare in punto di theta; 2) o perché pensa che ci sarà uno storno e, quindi, pensa di guadagnare in punto di delta. ora tu ci dici che, avendo visto gli OI, reputi probabile uno storno. se è così hai fatto bene a comprare put. ma qui il theta non c'entra niente. conta solo il delta.
Nel post precedente parlavo “dell’idiosincrasia dell’effetto Theta!” ma qui c’è più: una
carenza di conoscenza delle greche per cui non mi stupisco che non hai efferato il senso della mia risposta! Ti volevo ricordare che Theta misura la variazione del premio al trascorrere del tempo e non la volatilità implicita, semmai questa viene misurata dal Vega che esprime – appunto – di quanto cambia il premio al variare della volatilità implicita.