Bisogna stare tranquilli con questi mercati? Direi proprio di no!
Quando soffia il vento della volatilità i mercati sono sballottati come un vascello in piena tempesta. Si passa in poco tempo da un ottimismo sfrenato alla depressione più cupa e viceversa. In questo momento storico si va appresso agli umori della quotazione del greggio che nonostante forti oscillazioni giornaliere sembra aver trovato un livello di riferimento sui 32 dollari al barile; se non che - nella giornata di ieri – si sono aggiunti altri indicatori che testimoniano in periodo congiunturale sfavorevole.
Intanto nella mattinata il FMI prevede per aprile l’annuncio di cospicue revisioni al ribasso delle stime di crescita mondiale, adeguandosi così a quanto già fatto dall’OCSE alcuni giorni orsono. Poi nel pomeriggio è arrivato il brutto dato sull’indice PMI servizi dagli USA, per la prima volta inferiore al livello di neutralità di 50 e ben sotto le attese, ed il dato sulla vendita di nuove abitazioni in USA, anch’esso peggiore del previsto. Insomma dati che avrebbero fatto tremare le vene ai polsi di qualsiasi trader e invece cosa è successo? Come da un po’ di tempo a questa parte capita - senza motivi apparenti - è partita l’inversione del sentiment, cominciata in primis dal petrolio, e poi sui mercati azionari USA che hanno cominciato a rimbalzare con decisione visto che avevano aperto con più di un punto percentuale di perdita e alla fine hanno chiuso la seduta addirittura in positivo. Purtroppo le borse europee non hanno fatto in tempo a sedersi al tavolo della rimonta, limitandosi ad un parziale recupero delle quotazioni nel finale e allontanarsi dai minimi di seduta.
Perciò, i mercati europei oggi non potevano fare a meno di rimbalzare in apertura, dato il forte gap accumulato ieri rispetto all’indice SP500, ma il resto della seduta sarà nelle mani della volatilità.
Sotto la distribuzione dei volumi del future sull’indice Ftse Mib di oggi giovedì 25 febbraio 2016 aggiornata alle ore 10.00