09/07/2012, 15:43
Ci sono alcuni personaggi che frequentano i forum che mi fanno venire in mente - come rappresentazione allegorica naturalmente - il famoso dramma di Samuel Beckett “Aspettando Godot”.
La trama essenziale di questo autentico capolavoro del Teatro è assolutamente semplice e lineare: due vagabondi dilapidano il loro tempo e la loro esistenza nell’inedia più assoluta ed improduttiva.
A dispetto di un’obiettiva condizione di indigenza disperata e di totale passività nei confronti della vita, questi patetici personaggi sono sostenuti da una beata illusione, che offre loro un motivo apparentemente credibile per giustificare il proprio stato pietoso: un fantomatico “signor Godot” ha promesso che verrà a prenderli per condurli con sé in un lussuoso palazzo, e per renderli generosamente partecipi delle proprie ricchezze.
Naturalmente Godot non arriverà mai: l’attesa, la speranza, l’ingenua aspettativa dei due straccioni offre però un eterno, ulteriore, beffardo pretesto al loro effettivo rifiuto di affrontare il mondo in maniera positiva e vincente.
Ecco! Questi personaggi vivono di speranze, di passività e di rese incondizionate. La rinuncia, in effetti, rappresenta il tratto principale di questi soggetti, che non hanno la forza - né, in fondo, la voglia - di emanciparsi dalla propria dolorosa condizione, magari anche senza troppi rimpianti.
Meno si rischia più si guadagna ...