E se fosse....
Inviato: 31/05/2012, 15:05
Da quando è nato il forum, numerose sono le considerazioni fatte in merito all'attendibilità dei segnali forniti dall'analisi tecnica, che rappresenta un elemento minoritario rispetto alla stragrande maggioranza dei movimenti del mercato, di carattere quasi completamente casuale.
Le oscillazioni del mercato cui assistiamo giornalmente derivano in modo principale, lo abbiamo imparato, da forze finanziarie e interessi contrapposti che si "scontrano", con scopi, strumenti, time frames e logiche anche molto diverse tra di loro. Quindi se da un lato il puro e completo approccio deterministico non è auspicabile, in forza di quanto detto anche un approccio totalizzante al random walk non è altrettanto accettabile.
Ma non è questo il punto.
Da uno studio di Macquaire Bank effettuato su un ventaglio di ben 5000 indicatori di analisi tecnica sui 49 mercati che compongono l'MSCI World, è emerso che:
"
Our results indicate there is no evidence that the technical trading rules we consider
consistently add value in our sample period after data snooping bias is taken into account.
There is widespread evidence of rules producing statistically significant profits, but the
statistical significance is not strong enough to rule out the possibility that it could be due to
chance. We find some evidence that technical analysis is more profitable in emerging markets
but this is relatively weak.
"
L'articolo inoltre sostiene che sulla base di test effettuati sugli ultimi 7 anni, nei mercati emergenti PARE essere migliore l'utilizzo di sistemi di trading basati sulle medie mobili, con preferenza di quelli che generano una consistente quantità di segnali, mentre nei mercati sviluppati è risultato migliore l'utilizzo di tecniche di trading basate su supporti e resistenze, limitando molto il rumore di fondo.
Occorre cmq tenere in considerazione le conclusioni a cui è giunto questo studio.
Alla fine, come detto e ridetto, studio, disciplina, gestione del trade, gestione delle perdite e dei profitti sono gli "unici" elementi validi per un trading profittevole, unito certamente al "portare le probabilità" nella propria direzione.
Ebbene, dopo tutta questa pappardella, ritengo che l'analisi ciclica sia quella branca di analisi tecnica che, a mio parere, RIDUCE più di qualunque altra branca le possibilità di profitto, perché induce a un irrigidimento della capacità valutativa del trader. Ciò è dovuto al fatto che si lascia aperta la strada a un'infinita di ipotesi e divinazioni varie che "frazionano" nella mente del trader un approccio alla "Occam" sulla semplice probabilità: il lancio di una semplice moneta.
In altre parole, da ex-ciclista che ha preso tante sberle dal mercato, l'analisi ciclica a mio parere lascia spazio a troppe ipotesi di carattere predittivo, e un'infinita estenuante di predizioni su ciò che "deve" fare il mercato.
Inoltre l'analisi ciclica, benché negato dai ciclisti, porta un importante conflitto di time frame nel trade, ovvero la considerazione dello stato e della posizione del ciclo oggetto di trading rispetto ai cicli superiori, intesa come surrogato della valutazione del trend primario del mercato.
Adattando gli insegnamenti appresi dal forum, (e se vogliamo brutalizzandoli un po' ) vi faccio omaggio di un banale e semplice foglietto di lavoro che ho predisposto, non colorato, scarno e molto semplice, e che ho chiamato
"GENERATORE DI CICLI"
dove con tre formulette casuali e l'impiego della deviazione standard derivante dalla volatilità, ci si può divertire a trovare i minimi di partenza delle oscillazioni, a fare ipotesi sul loro sviluppo futuro, a trovare i minimi centrali (il famoso punto E), a contare il numero di elementi e, perché no, ad aggiungere qualche lingua di raccordo quando non tornano i conti, per dare maggiore validità al metodo.
Le oscillazioni del mercato cui assistiamo giornalmente derivano in modo principale, lo abbiamo imparato, da forze finanziarie e interessi contrapposti che si "scontrano", con scopi, strumenti, time frames e logiche anche molto diverse tra di loro. Quindi se da un lato il puro e completo approccio deterministico non è auspicabile, in forza di quanto detto anche un approccio totalizzante al random walk non è altrettanto accettabile.
Ma non è questo il punto.
Da uno studio di Macquaire Bank effettuato su un ventaglio di ben 5000 indicatori di analisi tecnica sui 49 mercati che compongono l'MSCI World, è emerso che:
"
Our results indicate there is no evidence that the technical trading rules we consider
consistently add value in our sample period after data snooping bias is taken into account.
There is widespread evidence of rules producing statistically significant profits, but the
statistical significance is not strong enough to rule out the possibility that it could be due to
chance. We find some evidence that technical analysis is more profitable in emerging markets
but this is relatively weak.
"
L'articolo inoltre sostiene che sulla base di test effettuati sugli ultimi 7 anni, nei mercati emergenti PARE essere migliore l'utilizzo di sistemi di trading basati sulle medie mobili, con preferenza di quelli che generano una consistente quantità di segnali, mentre nei mercati sviluppati è risultato migliore l'utilizzo di tecniche di trading basate su supporti e resistenze, limitando molto il rumore di fondo.
Occorre cmq tenere in considerazione le conclusioni a cui è giunto questo studio.
Alla fine, come detto e ridetto, studio, disciplina, gestione del trade, gestione delle perdite e dei profitti sono gli "unici" elementi validi per un trading profittevole, unito certamente al "portare le probabilità" nella propria direzione.
Ebbene, dopo tutta questa pappardella, ritengo che l'analisi ciclica sia quella branca di analisi tecnica che, a mio parere, RIDUCE più di qualunque altra branca le possibilità di profitto, perché induce a un irrigidimento della capacità valutativa del trader. Ciò è dovuto al fatto che si lascia aperta la strada a un'infinita di ipotesi e divinazioni varie che "frazionano" nella mente del trader un approccio alla "Occam" sulla semplice probabilità: il lancio di una semplice moneta.
In altre parole, da ex-ciclista che ha preso tante sberle dal mercato, l'analisi ciclica a mio parere lascia spazio a troppe ipotesi di carattere predittivo, e un'infinita estenuante di predizioni su ciò che "deve" fare il mercato.
Inoltre l'analisi ciclica, benché negato dai ciclisti, porta un importante conflitto di time frame nel trade, ovvero la considerazione dello stato e della posizione del ciclo oggetto di trading rispetto ai cicli superiori, intesa come surrogato della valutazione del trend primario del mercato.
Adattando gli insegnamenti appresi dal forum, (e se vogliamo brutalizzandoli un po' ) vi faccio omaggio di un banale e semplice foglietto di lavoro che ho predisposto, non colorato, scarno e molto semplice, e che ho chiamato
"GENERATORE DI CICLI"
dove con tre formulette casuali e l'impiego della deviazione standard derivante dalla volatilità, ci si può divertire a trovare i minimi di partenza delle oscillazioni, a fare ipotesi sul loro sviluppo futuro, a trovare i minimi centrali (il famoso punto E), a contare il numero di elementi e, perché no, ad aggiungere qualche lingua di raccordo quando non tornano i conti, per dare maggiore validità al metodo.