alchemist ha scritto:Ciao AZ, un chiarimento. Tu interpreti ogni contratto come venduto. In tale ottica un aumento lato put (con diminuzione di call) lascia prospettare un possibike ulteriore rialzo. Ma se quelle put fossero comprate?
Non capisco infatti che senso abbia vendere così vicino all'ATM. Una mano forte non potrebbe aver approfittato dei rialzi (con abbassamento di volatilità implicita) per comprare le put in modo da sfruttare un ribasso a cui si associerebbe aumento di volatilità? Quindi guadagno di delta+vega+gamma.
Qual'è la chiave di lettura corretta che porta a vedere i contratti solo come venduti? Grazie.
Ho spiegato diverse volte questo aspetto. L’open interest riguarda il numero di posizioni “aperte” in un dato momento, e su un dato mercato.
Non bisogna mai dimenticare che ogni contratto scambiato sul mercato delle opzioni presuppone l'interazione di due controparti, una in acquisto e una in vendita.
Se io vendo una Call a un determinato strike e a una determinata scadenza esisterà sicuramente qualcun altro che acquista la stessa opzione.
Dire quindi che gli open interest sul mercato delle opzioni sono contratti venduti o comprati non ha senso.
La forzatura di leggerli venduti ha senso dal punto di vista pratico e previsionale in quanto i venditori avendo incassato il premio ed esponendosi ad un rischio illimitato sono più attivi sul mercato per cui spesso tendono a coprire il rischio utilizzando il sottostante (leggi future).
Per quanto riguarda la volatilità implicita – pur in presenza di un rialzo - è aumentata e non diminuita e te lo dice uno che ha una strategia Vega negativo.
Le Put quando diventano ITM hanno un comportamento antitetico rispetto alle Call ITM diminuiscono dal punto di vista relativo la volatilità implicita. Se sono uno speculatore e voglio cavalcare un aumento di volatilità mi rivolgo alle Put OTM.