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DICEMBRE 2015

Sezione dedicata alla discussione di strategie complesse che possono riguardare anche l'utilizzo combinato di opzioni e futures per creare figure sintetiche
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AZ13

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Re: DICEMBRE 2015

Messaggio19/12/2015, 11:51

Mercati azionari e tassi di interesse

Togliamoci dalla mete che il rialzo dei tassi faccia bene alle borse e questo anche per un fattore - direi - di natura tecnica. Il tasso di interesse – lo sappiamo soprattutto noi opzionisti – entra per esempio nel modello di determinazione del prezzo delle opzioni, ma entra anche come variabile chiave nei modelli teorici di formazione dei prezzi azionari: una variazione dei tassi di interesse ha un impatto diretto sul valore attuale degli utili attesi, che viene penalizzato (avvantaggiato) da un rialzo (riduzione) del livello dei tassi d'interesse.
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AZ13

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Re: DICEMBRE 2015

Messaggio19/12/2015, 11:59

In che modo il rialzo dei tassi incide sui prezzi delle azioni?

Il valore fondamentale di un'azione corrisponde al valore attuale dei dividendi che la società distribuirà in futuro; nell'ipotesi più semplice, che prevede dividendi costanti nel tempo, il valore di un'azione sarà pari a:

1.jpg


Ora, razionalmente parlando, possiamo affermare che l'innalzamento dei tassi aumenta tutti i rendimenti di mercato e, quindi, anche quello richiesto ai titoli azionari che, nella formula, si trova al denominatore: quindi il valore di tutte le azioni diminuisce al crescere dei tassi.

Più complesso è l'effetto che i tassi possono esercitare sul numeratore della frazione, cioè sui dividendi attesi per il futuro.
Innanzitutto occorre precisare che i dividendi sono funzione degli utili: le società, in ultima analisi, possono distribuire maggiori o minori dividendi in funzione degli utili che conseguono.
In taluni casi, al crescere dei tassi, gli utili attesi per una società possono calare e, con essi, i dividendi, contribuendo a ridurre ulteriormente il valore teorico delle azioni, già depresso dall'aumento del rendimento richiesto. Il motivo più evidente è certamente la variazione del costo dell'indebitamento finanziario, che necessariamente ogni azienda deve fronteggiare per svolgere la propria attività; un aumento del costo del denaro si riflette inevitabilmente in un maggior peso degli oneri finanziari nel conto economico e quindi le società fortemente indebitate, per effetto dei maggiori tassi, subiscono una riduzione degli utili a causa della crescita degli oneri finanziari, dovuta all'aumento degli interessi da pagare sui debiti.

In altri casi l'effetto sugli utili e sui dividendi può essere positivo controbilanciando, in tutto o in parte, la riduzione di valore determinata dalla crescita del denominatore.
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AZ13

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Re: DICEMBRE 2015

Messaggio19/12/2015, 12:50

Le società che rischiano di vedere ridotti gli utili, ossia quelle più penalizzate da un rialzo dei tassi, saranno dunque quelle caratterizzate da un alto rapporto Debt/Equity (indicativo di un elevato indebitamento) che notoriamente sono quelle appartenenti ai settori: Immobiliare, Servizi di pubblica utilità, Telefonico e Media.

Mentre invece tra le società che possono ottenere maggiori ricavi al crescere dei tassi spiccano le banche che, esercitando l'attività di intermediazione finanziaria, possono trarre considerevoli benefici aumentando lo spread, cioè il differenziale esistente fra il tasso a cui prendono a prestito denaro e quello al quale, a loro volta, lo prestano ai loro clienti.
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AZ13

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Re: DICEMBRE 2015

Messaggio19/12/2015, 12:58

Sintesi
    In conclusione possiamo affermare che l'innalzamento dei tassi implica un generalizzato calo dei valori azionari dovuto ad un mero "effetto tecnico", poiché innalza il tasso a cui vengono attualizzati i dividendi futuri.

    I tassi inoltre incidono sul reddito delle imprese in vari modi e - generando nella maggior parte dei casi una riduzione degli utili - contribuiscono ulteriormente al calo dei valori azionari.
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m.pierluigi77

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Re: DICEMBRE 2015

Messaggio19/12/2015, 13:45

Buon di Antonio, quindi non si può stare molto sereni. Analizzando il mercato guardando al posizionamento dei big cosa si può dire? Guardando alle prossime scadenze sembra forte il supporto 20500. Tu cosa ci dici. ? grazie ancora per tutto
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AZ13

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Re: DICEMBRE 2015

Messaggio19/12/2015, 19:43

m.pierluigi77 ha scritto:Buon di Antonio, quindi non si può stare molto sereni. Analizzando il mercato guardando al posizionamento dei big cosa si può dire? Guardando alle prossime scadenze sembra forte il supporto 20500. Tu cosa ci dici. ? grazie ancora per tutto

Non credo assolutamente in un tracollo del mercato americano nei prossimi mesi e questo per una ragione molto semplice: la curva dei rendimenti (o struttura a termine dei rendimenti o yield curve) ossia la curva che esprime la relazione esistente tra il rendimento dei titoli obbligazionari e la loro vita residua (cioè dal periodo di tempo che rimane prima del rimborso del capitale da parte dell'emittente), ha un'inclinazione ancora positiva (ricordo che questa è fortemente influenzata dai tassi di interesse).

Questo cosa significa? Significa che esiste un graduale aumento dei tassi d'interesse a mano a mano che ci spostiamo più là con la scadenza.

Ora, a seguito del variare delle condizioni del mercato e delle aspettative degli investitori, la yield curve può mostrare tre diversi movimenti:
  • traslazione parallela, quando tutti i rendimenti si muovono dello stesso ammontare quindi la curva non cambia forma né inclinazione;
  • rotazione, quando aumentano (o diminuiscono) i rendimenti a breve in misura proporzionalmente maggiore di quanto non facciano i rendimenti a lunga; in particolare se i rendimenti a breve aumentano si assiste dapprima a una diminuzione dell’inclinazione poi all’appiattimento e successivamente anche all’inversione (inclinazione negativa). Viceversa se i rendimenti a breve diminuiscono succede esattamente il contrario cioè la yield curve tende ad assumere una un'inclinazione positiva.
  • ingobbamento, quando ad esempio i rendimenti tendono a crescere con la scadenza fino ad un certo punto e poi tendono a decrescere con la scadenza
Ebbene, l’attuale struttura a termine dei rendimenti ha una conformazione normale.
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AZ13

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Re: DICEMBRE 2015

Messaggio19/12/2015, 20:09

Le dinamiche della yield curve possono essere spiegate semplicemente dalle diverse aspettative sulla struttura per scadenza dei tassi d'interesse.

Mi spiego. Se si ipotizza ad esempio che sia atteso un incremento dei tassi d'interesse, gli attuali detentori di obbligazioni cosa faranno? Tenteranno naturalmente di evitare di rimanere impelagati in titoli con rendimenti relativamente bassi limitandosi al più ad investire solo per orizzonti temporali molto brevi, nell'attesa che alla scadenza possano nuovamente concedere prestiti a tassi d'interesse più elevati. Ciò comporta un incremento dell'offerta di obbligazioni a breve ed una corrispondente riduzione dell'offerta a lungo termine.

A questo link c’è un interessantissimo strumento grafico che mette in relazione l’aspetto della yield curve con l’andamento dell’indice SP 500 negli ultimi 15 anni e che fa capire meglio il mio pensiero.

http://stockcharts.com/freecharts/yieldcurve.php

I precedenti tracolli azionari - in seguito all'aumento dei tassi di interesse - erano caratterizzati dall'avere una yield curve piatta o addirittura con inclinazione negativa.
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Re: DICEMBRE 2015

Messaggio21/12/2015, 12:43

Distribuzione dei volumi sul future dell’indice Ftse Mib di oggi lunedì 21 dicembre 2015 (aggiornamento delle ore 11.40)

Commento…

Formazione di un PVP a quota 21.410 punti con una asimmetria negativa nella distribuzione.
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AZ13

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Re: DICEMBRE 2015

Messaggio21/12/2015, 12:51

Eseguiti fino a questo momento.

Ci siamo mossi in apertura con le Call 22.000 gennaio. Ne abbiamo acquistate 2 sui minimi di giornata (160 è il minimo) e chiuse subito dopo con 80 punti di guadagno pari a 200€.
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AZ13

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Re: DICEMBRE 2015

Messaggio21/12/2015, 13:03

Situazione attuale mio portafoglio.

Come si vede siamo ampiamente sopra lo zero. La struttura della strategia nel breve ha un duplice scopo: da una parte proteggere lo spread di Put ITM in guadagno +10 Put 22.500/-10 Put 22.000 (boxandolo con l’acquisto delle Call) e dall’altra limitare la perdita di valore del portafoglio con una eventuale consistente discesa del mercato.

Naturalmente per il momento rimaniamo ancora leggermente positivi di Delta ma siamo pronti a cambiare idea nel momento in cui si dovessero presentare i presupposti.
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