Options Market Balance

Analisi settimanale dell’indice Ftse Mib mediante la lettura degli open interest dei derivati per mezzo dell’OMB.

La forte chiusura di venerdì dell’indice Ftse Mib che ha visto terminare gli scambi a 15.484 punti, con un rally del 3,37% rispetto al giorno precedente, ha permesso a quest’ultimo di chiudere la settimana con un bilancio sostanzialmente invariato, visto che rispetto al close di venerdì scorso (15476) le quotazioni hanno segnato un frazionale rialzo dello 0,03%.

Partiamo dalla strategia costruita con le opzioni durante l'ultima ottava. Come potete vedere è un short straddle e non poteva essere altrimenti vista l’enorme incertezza che regna sovrana sui mercati con violenti ribassi a cui seguono altrettanti poderosi rialzi come quello realizzato durante l’ultima seduta.

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Evidentemente gli operatori – data l’incertezza – hanno preferito mettere in piedi con le opzioni una strategia che sfrutta le aspettative di un mercato stagnante in modo tale da portare a casa – visto anche il breve tempo che ci separa dalla chiusura del mese di dicembre - una parte consistente del premio incassato.

Tra l’altro questa strategia si presta benissimo ad essere corretta agendo direttamente con il future trasformandola - in caso di bisogno - o in una short Call o in una short Put.

Il grafico successivo si riferisce alla comparazione dei volumi scambiati durante la settimana e il relativo incremento di open interest. Ebbene i maggiori scambi sono stati effettuati sulle Call in particolare sugli strike 16000 e 16500. Ma mentre lo strike 16000 ha prodotto un aumento di OI gli scambi avvenuti sullo strike 16500 ha prodotto una riduzione. Il che farebbe pensare a una “rollatura interna” cioè alla chiusura di alcune posizioni sullo strike 16500 e contestuale apertura sullo strike 16000.
Tuttavia – a mio avviso - è lo strike 15750 che ha più peso in quanto buona parte dei volumi di scambio hanno prodotto un aumento di OI: 407 contratti.
Quindi il mercato dovrà scontrarsi dapprima - se è intenzionato al rialzo - con questo obiettivo di prezzo.
Per quanto riguarda i volumi trattati durante la settimana sulle Put risultano lontani dal prezzo su strike OTM. Da segnalare comunque il livello 15000 che ha dato un buon contributo all’incremento dell’OI su questo strike.

In definitiva possiamo dire che ci sono stati maggiori volumi di scambio sulle Call dove si è visto anche un aumento relativo di open interest (3006), al contrario sulle Put i volumi e gli open interest (2686) sono stati relativamente più bassi. Questo non depone per la prosecuzione del trend rialzista di breve periodo in quanto sembra che il mercato abbia approfittato dei rimbalzi per vendere Call OTM e quindi puntando più su una discesa dei prezzi che su una loro salita.

Il grafico successivo ci mostra invece il confronto tra i due smile di volatilità cioè quello del 2/12/2011 (rosso) con quello di venerdì scorso 9/12/2011 (verde).

Quello che si nota subito è che nonostante vi sia stata una chiusura pressoché invariata tra le due date, la volatilità implicita è risultata aumentata su tutti i livelli di strike in particolare sulle Put OTM.

Anche questo dato sembra non andare d’accordo con una visione rialzista del mercato.

Il grafico successivo ci mostra l’evoluzione della volatilità media ponderata delle Call e delle Put e del loro rapporto.

In particolare quest’ultimo è correlato positivamente con l’indice nel senso che se l’indice scende anche questo rapporto scende mentre se l’indice sale il rapporto tende ad innalzarsi.

La ragione va ricercata dal fatto che una forte discesa fa aumentare in termini relativi più la volatilità media ponderata sulle Call che sulle Put per cui l’indice complessivamente scende. L’effetto contrario si verifica in un mercato rialzista.

Anche questo dato conferma l’ipotesi fatta in precedenza che nonostante vi sia stata una chiusura pressoché invariata tra le due date settimanali, il Put/Call ratio della volatilità media ponderata è sceso da 1,21 a 1,11.

La funzione di ripartizione ci fa vedere come l’equilibrio del mercato si trovi ancora a destra del prezzo di chiusura. Quindi le Put ITM da coprire sono più numerose in termini percentuali rispetto alle Call ITM precisamente 40% contro 15%. Del resto la situazione era la stessa anche venerdì 2/12/2011 .

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Ora, siccome l’indice è rimasto invariato ci saremmo dovuti aspettare anche una stabilità degli OI sul future. Invece quest’ultimi sono aumentati da 28803 a 30048. Un simile aumento si giustifica solo con una richiesta di copertura potenziale di nuove Put ITM o di tipo speculativo.

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Molti analisti tecnici parlavano per oggi di un mercato rialzista… l’analisi degli OI fatta ieri sera attraverso l’OMB è stata – come si è visto – impietosa e i fatti gli hanno dato ragione.

Buongiorno Antonio, le tue analisi valgono oro, e creano dipendenza!

creati un piccolo foglio excel per far riposare il neurone cosi vedrai meglio come funziona il rapporto tra i due
Certo che stai rapportando due unita complesse ...si muovono tutte e due contemporaneamente e sono numericamente diversi

Forse è meglio rapportare il loro rendimento?

Ciao Light,
seguo con interesse le tue analisi; come lo intendi il supporto?Come prezzo di riferimento del giorno precedente, come punto in cui il sottostante si è concentrato ed ha scambiato di più, o come classico supporto statico(visivo)?

Nella seconda parte non capisco come calcoli i livelli in base alla VI..
La devstd con prezzo di rif. e vstoxx di venerdi su base settimanale mi risulta 2455 e 2231(che ha toccato ieri) se invece l'attualizzo hai valori di oggi è 2364 e 2154...
ti riferisci a quello o a qualcos'altro?

Ciao

Confermo l'interesse alle tue analisi.

Certo che: mercato che scende ... e volatilità anche
mah !