Commento di apertura lunedì 3 aprile 2017
Il rally dei mercati, iniziato con l’elezione di Trump, si è nutrito da una parte delle promesse del presidente relative ai forti stimoli fiscali uniti a robusti investimenti in infrastrutture e, dall’altra da una Federal Reserve ancora accomodante, nonostante l’aumento del costo del denaro deciso il 15 marzo.
Sul fronte europeo, la paura dell’aumento dell’inflazione balzata inaspettatamente al 2% in febbraio e che faceva temere un prematuro tapering ossia una riduzione del programma di acquisti di Titoli di Stato da parte della BCE, è ormai svanita visto che l’inflazione – come previsto da Draghi - è rientrata per cui si andrà avanti almeno fino a fine anno.
Sembra andare tutto liscio? Beh direi proprio di no! Prendiamo per esempio il posizionamento delle opzioni sull’indice S&P500. Attraverso la lettura degli Open Interest si evince come il mercato, da mesi, tende a proteggersi più da eventi estremi e catastrofici, che da “normali” correzioni del mercato. In altre parole tende a incrementare posizioni su opzioni Put deep-out-of-the-money molto lontane dai prezzi correnti a scapito delle OTM o ATM. Questo cosa significa? Significa che il mercato sta prezzando – e di molto – un aumento di probabilità del verificarsi di un evento comunemente fuori dalle righe che fa parte delle code delle distribuzioni e a tutti noto come Cigno Nero. Beninteso, non sto dicendo che domani avverrà la fine del mondo sto solo dicendo che sono aumentate le assicurazioni in maniera statisticamente significativa che in altre circostanze hanno anticipato una correzione molto pesante del mercato.
Per quanto riguarda il nostro mercato l’apertura di oggi è stata sulla parità. E’ evidente che la soglia dei 20.500 dell’indice Ftse Mib rappresenta nello stesso tempo un target e una resistenza e quindi sarà importante capire se avrà ancora la forza e la voglia di proseguire la marcia intrapresa fino a questo momento.
Il rally dei mercati, iniziato con l’elezione di Trump, si è nutrito da una parte delle promesse del presidente relative ai forti stimoli fiscali uniti a robusti investimenti in infrastrutture e, dall’altra da una Federal Reserve ancora accomodante, nonostante l’aumento del costo del denaro deciso il 15 marzo.
Sul fronte europeo, la paura dell’aumento dell’inflazione balzata inaspettatamente al 2% in febbraio e che faceva temere un prematuro tapering ossia una riduzione del programma di acquisti di Titoli di Stato da parte della BCE, è ormai svanita visto che l’inflazione – come previsto da Draghi - è rientrata per cui si andrà avanti almeno fino a fine anno.
Sembra andare tutto liscio? Beh direi proprio di no! Prendiamo per esempio il posizionamento delle opzioni sull’indice S&P500. Attraverso la lettura degli Open Interest si evince come il mercato, da mesi, tende a proteggersi più da eventi estremi e catastrofici, che da “normali” correzioni del mercato. In altre parole tende a incrementare posizioni su opzioni Put deep-out-of-the-money molto lontane dai prezzi correnti a scapito delle OTM o ATM. Questo cosa significa? Significa che il mercato sta prezzando – e di molto – un aumento di probabilità del verificarsi di un evento comunemente fuori dalle righe che fa parte delle code delle distribuzioni e a tutti noto come Cigno Nero. Beninteso, non sto dicendo che domani avverrà la fine del mondo sto solo dicendo che sono aumentate le assicurazioni in maniera statisticamente significativa che in altre circostanze hanno anticipato una correzione molto pesante del mercato.
Per quanto riguarda il nostro mercato l’apertura di oggi è stata sulla parità. E’ evidente che la soglia dei 20.500 dell’indice Ftse Mib rappresenta nello stesso tempo un target e una resistenza e quindi sarà importante capire se avrà ancora la forza e la voglia di proseguire la marcia intrapresa fino a questo momento.
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Meno si rischia più si guadagna ...