OPERATIVITÀ SCADENZA MAGGIO 2017

Commento di chiusura lunedì 22 maggio 2017

Recuperata nelle due giornate finali della scorsa settimana la drammatica scivolata iniziale dei listini occidentali che ha visto l’impennata della volatilità dopo i bassi livelli storici raggiunti e che tra l’altro ha confermato un pericoloso abbassamento della guardia da parte degli investitori nell'ultimo periodo, oggi i mercati erano chiamati a dare una conferma della capacità di proseguire nel solco tracciato dal recupero e cercare di violare nuovamente i massimi storici.
Ci sono riusciti? Non direi! Anche se l’euforia rialzista che si è sviluppata sui mercati, prima con le elezioni di Trump in America e poi quelle di Macron in Francia, risulta difficile scardinare “damblè”. Ho avuto la netta sensazione che le prese di beneficio vengono viste dagli investitori ancora come una occasione di acquisto per rientrare a livelli di prezzo più bassi specialmente per chi aveva perso il treno in precedenza. Tempo ci vuole ma questi saranno i primi ad essere stritolati dalla morsa dei mercati finanziari quando i conti torneranno ad essere di moda. Diceva Totò: “è la somma che fa il totale” e la somma ci dice che i mercati, almeno quelli più importanti, sono sopravvalutati del 50%, come dire che l’indice SP&500 dovrebbe valere 1.200 punti invece degli attuali 2.400.

Tecnicamente è stata una giornata scialba con un movimento del Fib di tipo laterale il cui prezzo è terminato nei pressi del VWAP come si conviene a distribuzioni di volumi simmetriche. Rimane il fatto che il CDV è stato negativo per l’intera seduta in un mercato leggermente in rialzo mentre è rientrata in parte la divergenza tra quest’ultimo e il prezzo del derivato.

Ciao Antonio,


secondo quale calcolo dichiari il mercato americano sopravvalutato del 50%?
Grazie

Ciao Antonio,


secondo quale calcolo dichiari il mercato americano sopravvalutato del 50%?
Grazie

Ciao! Non lo dico io ma lo ha detto in un articolo apparso sul New York Times Robert Shiller premio Nobel per l’economia nel 2013 il quale ha lanciato “l’allarme bolla” sul mercato azionario americano. Robert Shiller è considerato nell'ambito finanziario la “Cassandra” dell’ economia colui che ha previsto con largo anticipo le crisi del 2.000 e del 2007.
Ma in Borsa come si fa a capire se il prezzo di una società (o di un indice) è giusto? Il metodo più comune è quello di ricorrere ai cosiddetti “multipli”. Si calcola cioè il rapporto tra la capitalizzazione di Borsa e alcune voci chiave di bilancio (utili, fatturato, patrimonio ecc.). Ne risultano una serie di indicatori che gli investitori usano come termometro per valutare se la temperatura di un titolo è troppo elevata (per cui bisogna vendere) o troppo bassa (le azioni sono a sconto e potrebbero salire). Il più noto di questi è sicuramente il P/E che sta per price/earnings ossia prezzo su utili.
Uno degli inconvenienti di questo multiplo è che in fasi di recessione o espansione dell’economia rischia di fornire un’immagine falsata del valore delle azioni.
Per evitare le distorsioni legate alle oscillazioni del ciclo economico Shiller, insieme ad altri, ha elaborato un proprio indicatore: il cosiddetto Shiller P/E ratio che è calcolato depurato dall’inflazione utilizzando, invece che gli utili degli ultimi 12 mesi, i profitti annui medi degli ultimi 10 anni.
Ebbene, per quanto riguarda l’indice S&P, si scopre che il rapporto oggi è di circa 29,53, contro un una media sul lungo periodo di 16. Come si vede dal grafico riportato è un livello simile a cui scoppiarono le bolle del ’29 e quella del 2008. Un’altra bolla clamorosa, quella delle Dot Com del 2000, avvenne quando i valori erano ancora superiori, a quota 44.

Buongiorno a tutti,

mi sono dimenticato di prelevare gli Open interest del future ftsemib relativi alla giornata del 18 maggio. Qualcuno potrebbe indicarmi? Grazie!

Saluti,
Paolo

Ciao Antonio,


secondo quale calcolo dichiari il mercato americano sopravvalutato del 50%?
Grazie

Ciao! Non lo dico io ma lo ha detto in un articolo apparso sul New York Times Robert Shiller premio Nobel per l’economia nel 2013 il quale ha lanciato “l’allarme bolla” sul mercato azionario americano. Robert Shiller è considerato nell'ambito finanziario la “Cassandra” dell’ economia colui che ha previsto con largo anticipo le crisi del 2.000 e del 2007.
Ma in Borsa come si fa a capire se il prezzo di una società (o di un indice) è giusto? Il metodo più comune è quello di ricorrere ai cosiddetti “multipli”. Si calcola cioè il rapporto tra la capitalizzazione di Borsa e alcune voci chiave di bilancio (utili, fatturato, patrimonio ecc.). Ne risultano una serie di indicatori che gli investitori usano come termometro per valutare se la temperatura di un titolo è troppo elevata (per cui bisogna vendere) o troppo bassa (le azioni sono a sconto e potrebbero salire). Il più noto di questi è sicuramente il P/E che sta per price/earnings ossia prezzo su utili.
Uno degli inconvenienti di questo multiplo è che in fasi di recessione o espansione dell’economia rischia di fornire un’immagine falsata del valore delle azioni.
Per evitare le distorsioni legate alle oscillazioni del ciclo economico Shiller, insieme ad altri, ha elaborato un proprio indicatore: il cosiddetto Shiller P/E ratio che è calcolato depurato dall’inflazione utilizzando, invece che gli utili degli ultimi 12 mesi, i profitti annui medi degli ultimi 10 anni.
Ebbene, per quanto riguarda l’indice S&P, si scopre che il rapporto oggi è di circa 29,53, contro un una media sul lungo periodo di 16. Come si vede dal grafico riportato è un livello simile a cui scoppiarono le bolle del ’29 e quella del 2008. Un’altra bolla clamorosa, quella delle Dot Com del 2000, avvenne quando i valori erano ancora superiori, a quota 44.

Ciao e grazie, il tema rimane ,comunque, molto dibattuto per la estrema de correlazione che c'e' con il mercato dei bond, per via delle enormi liquidita immesse che hanno falsato alcuni di questi modelli che prendono in esame il rendimento dei bond come riferimento" risk free".

Commento di apertura martedì 23 maggio 2017

La scivolata della scorsa settimana è solo un vago ricordo e la voglia di scappare a gambe all’aria dall’azionario da parte degli investitori, per il momento è stata messa da parte. La volatilità che attraverso l’indice Vix era schizzata relativamente alle stelle, aumentando del 33% in un baleno, ieri è ritornata altrettanto velocemente nei ranghi completando il ritorno su valori precedenti la scivolata.
Come si dice: una rondine non fa primavera.
Sulla Borsa italiana ieri c’è stato lo stacco dei dividendi che ha riguardato la metà circa del listino Ftse-Mib e molte delle blue chips appartenenti al settore bancario e assicurativo sono riusciti a recuperare buona parte del dividendo staccato.
L’attentato terroristico di Manchester che ha ucciso una ventina di ragazzini al concerto della popstar americana Ariana Grande, non ha condizionato in partenza le borse europee ormai “assuefatte” da questi tipi di attentati ormai troppi in giro per l’Europa.
Dal punto di vista tecnico sui volumi del Fib abbiamo notato una partenza sprint con una buona intonazione che ha sospinto i corsi fino alla resistenza dei 21.500. Scavalcato per il momento il PVP posto a quota 21.400 con il VWAP a 21.390 e in fase ascendente. Anche il CDV appare al momento abbastanza solido per cui è da ritenere che si possa assistere ad un ulteriore attacco alla resistenza 21.500 nel corso della seduta.

50950

Buongiorno a tutti,

mi sono dimenticato di prelevare gli Open interest del future ftsemib relativi alla giornata del 18 maggio. Qualcuno potrebbe indicarmi? Grazie!

Saluti,
Paolo

Buongiorno a tutti,

mi sono dimenticato di prelevare gli Open interest del future ftsemib relativi alla giornata del 18 maggio. Qualcuno potrebbe indicarmi? Grazie!

Saluti,
Paolo

Ciao Paolo,
vedo che il dato è già stato fornito da Poket9. Tuttavia, se per un motivo o per un altro si salta un dato di Open Interest è possibile fare una media dei valori delle due sedute rispettivamente anteriore e posteriore al dato cercato.
Ai fini dell’analisi generale cambia pochissimo.
Purtroppo la Borsa Italiana come le piattaforme di trading italiane – a differenza dell’Eurex – non rendono disponibili gli storici dell’Open Interest.

Aggiornamento ore 13.50

Movimento analogo a quello visto nella seduta precedente quello del future sull’indice Ftse Mib che si sta sviluppando oggi. Il cosiddetto movimento a “bandiera”: impennata in apertura seguito da un andamento laterale.
Quest’ultimo è confinato in uno stretto trading range i cui limiti superiore e inferiore sono rappresentati dai due PVP che si sono alternati in quest’ultimo periodo e distanti solo 40 punti. I due PVP sono infatti collocato a 21.440 e a 21.400 punti.
Naturalmente il VWAP - che inizialmente aveva un andamento decisamente ascendente - si è appiattito e si trova confinato all’interno dei due PVP. Mantiene ancora un andamento leggermente ascendente e quindi il timone è ancora orientato a rialzo. Ad ogni modo non possiamo nascondere una certa compressine di volatilità che ci fa pensare che nella seconda parte ci possa essere qualche accelerazione in un senso o nell’altro a seconda della rottura del PVP inferiore o superiore della distribuzione dei volumi del derivato.

Orsi e tori a confronto…

Anche se con minore intensità a mano a mano che il tempo passa sono sempre meno gli acquirenti che si avvicinano al mercato in questa prima parte della seduta. E per la prima volta dall’inizio fanno capolino i venditori…