SCADENZA NOVEMBRE 2017

Il migliore in ASSOLUTO! ...alla faccia di quelli che si autoincensano ai vari ITforum autonominandosi guru delle opzioni. Purtroppo ci sono cascato una volta perdendo tanto.
Nessuno ha il controllo del rischio di Antonio (per la mia esperienza), mai un'indecisione...zero affanno.

Spero di potermi unire un giorno, nel frattempo GRAZIE ANTONIO, già leggerti è tanto utile.

La piattaforma che utilizzo è Sella Extreme. I software che utilizzo sono costruiti in proprio.

Grazie, molto gentile

Approfitto di questo periodo di pausa per fare con voi qualche riflessione.

L’attività di trader, come la maggior parte delle professioni, è un’attività tutt’alto che facile al contrario di come viene spesso dipinta da molti addetti ai lavori. Indipendentemente dalle caratteristiche operative dell'individuo che si cimenta con i mercati finanziari, sia che si tratti di un trader professionista sia di un risparmiatore meno esperto, di uno speculatore o di un cassettista, la disciplina assume sempre un ruolo di primaria importanza.
Per disciplina intendo la capacità di mantenere un equilibrio psicologico adeguato da permettere di conservare l'obiettività e la razionalità anche nei momenti più difficili, oltre ad avere una competenza teorica nel mondo delle opzioni.

Antonio for President !

La domanda che mi sono posto è: si può raggiungere questo stato? Beh… con uno strumento come le opzioni posso dire di si! Questo perché l’accento speculativo lo si mette più sul sistema che sul pronostico (anche se quest’ultimo non va assolutamente scartato). Lo so perfettamente che in ognuno di noi alberga il desiderio smodato di fare previsioni, è del tutto innato; operare con strumenti lineari - come possono essere i future, le azioni, i cfd e così via - contribuisce però ad esasperare questa tendenza e spesso a sfociare nel gioco d’azzardo.

Non dico una castroneria se affermo che lo scopo principale di chiunque investa del denaro è quello di ottenere - a fronte di un rischio - un rendimento. Tuttavia è assolutamente necessario andare oltre questa interpretazione in quanto a volte quello che parrebbe un semplice desiderio rappresenta in realtà un bisogno di investire legato più al nostro inconscio che non sempre coincide con il successo in quest’attività. Proprio come nell'incallito giocatore d'azzardo che razionalmente vuole vincere ma sa anche che il banco ha un enorme vantaggio, pur tuttavia sotto la spinta inconscia continua a giocare fino alla rovina .

Vi dirò di più. Io credo che ci siano più rovinati tra gli operatori dei mercati finanziari che tra gli abituali frequentatori di casinò e questo per un motivo molto semplice: nel caso dei mercati finanziari si tende spesso a legittimare tale attività e quindi a minimizzare la reale portata delle perdite a differenza del gioco d’azzardo le cui perdite generano quasi sempre complessi di colpa.

Dobbiamo convincerci che dal punto di vista evolutivo non siamo fatti per operare in borsa non a caso il premio Nobel per l’ economia è andato quest’anno ad uno studioso di scienze comportamentali RICHARD H. THALER dopo lo psicologo Daniel Kahneman che lo prese nel 2002.

L'equilibrio dell'investitore è spesso turbato oltre che da fattori esogeni anche da fattori interni che contribuiscono a far oscillare il nostro stato emotivo tra due estremi pericolosi. Da un lato c’è la paura d'incorrere in perdite e dall'altro la galoppante avidità che porta all'eccessiva confidenza con i mercati e quindi al non controllo del rischio. Detto in altre parole o si rischia poco o si rischia tanto.

D’altra parte questi due fattori li si può vedere quotidianamente rispecchiati nei listini di borsa e negli andamenti dei mercati, poiché le fluttuazioni dei prezzi sono fortemente influenzate dalle speranze e dalle paure degli investitori.

L’ideale sarebbe quello di arrivare a una condizione di equilibrio psicologico approssimativamente posizionata a metà tra i due estremi suddetti. Ma aimè, è più facile a dirsi che a farsi.
Io per esempio non ci sono mai riuscito e per farvi capire quanto dia importanza a questo aspetto prima che scoprissi le opzioni ho personalmente praticato perfino tecniche di suggestione ipnotica con la pretesa di controllare il subconscio.
Allora ancora non esistevano sistemi di trading meccanico.

Non riuscendoci ho cercato dei metodi che mi consentissero di determinare a mercati chiusi (quindi utilizzando il raziocinio e non l’emotività che ci contraddistingue a mercati aperti) quello che dovevo eseguire in termini operativi il giorno dopo creandomi diversi scenari. In sostanza partendo dalla chiusura, il mercato può scendere o salire a step in modo binario e arrivato a un certo livello di sottostante costituisce un nodo e così via. Ho previsto 7 step (c’è una ragione pratica…) per cui 2 elevato a 7 alla fine diventano 128 combinazioni. Ebbene per ognuna di queste dovremmo prevedere un comportamento in base alla nostra strategia del momento.
Per cui se ci accorgiamo che la nostra strategia – arrivata a un cero step – mostra sofferenza, la correggiamo con una operazione di aggiustamento. Quindi il giorno dopo già sappiamo cosa dobbiamo fare qualora il prezzo del sottostante dovesse arrivare a un determinato livello. Ecco quindi aggirato in modo intelligente il problema psicologico che condiziona qualsiasi trader.