SCADENZA DICEMBRE 2017

Ore 17.27

Inserito acquisto in apertura di un future grande a 22.420 punti

In ogni caso lo facciamo anche se dovesse superare di nuovo la soglia dei 22.450 punti; denaro lettera in questo momento è 22.430 – 22.435

Eseguito a 22.420 punti!
Adesso batte 22.410

Commento di chiusura di oggi martedì 5 dicembre 2017

L’indice Ftse Mib chiude a 22.416 punti (+0.24%) in una seduta interlocutoria E’ stato un mercato di natura swing e come detto e come è successo anche al termine della seduta odierna: ogni scostamento del prezzo dal VWAP tendeva poi a ritornare verso il centro della distribuzione. Lo stesso andamento del VWAP – tranne l’apertura – si è andato appiattendo sul PVP praticamente unico per tutta la seduta fermo a 22.390 punti. Anche il Trend Pressure e il CDV hanno seguito questa stessa sorte muovendosi intorno alla parità confermando l'assenza di direzionalità nel movimento.

Oggi, una sola operazione in portafoglio: acquistato in apertura un future grande a 22.420 punti.
Sotto abbiamo il nuovo pay off della strategia.
Qual è il motivo di questa operazione? Semplice! Avevamo stabilito prima che qualora l’indice si fosse avvicinato alla soglia dei 22.500 punti saremmo intervenuti. E quindi ligi alle regole che c’avevamo dato abbiamo proceduto alla modifica della strategia in considerazione anche del periodo di fine anno in cui statisticamente è facile il verificarsi dei rally.
Abbiamo preferito utilizzare il future al posto delle opzioni per una ragione tecnica. Il future consente – in caso di necessità - una movimentazione più veloce.

Innescata la nuova miccia

Non c’è nulla da stupirsi se ci sono alcune prese di beneficio dopo l’approvazione al Senato USA della riforma fiscale generosa per le imprese e piuttosto inconsistente per i cittadini.
Quello che preoccupa, semmai, è il disastroso atteggiamento in politica estera dell’uomo dai capelli rossi forse gasato dai recenti successi. Oltre alla delicata questione della Nord Corea adesso ha pensato bene di andare a rompere le uova nel paniere anche in medio-oriente con il trasferimento dell’ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme. La questione è di sostanza e riguarda il riconoscimento unilaterale della città santa come capitale dello Stato di Israele. L’America romperebbe così l’unità della comunità internazionale, per la quale lo status definitivo della città santa - sede delle tre grandi religioni monoteiste – doveva essere deciso in un negoziato tra palestinesi e israeliani, come prevedono gli accordi di Oslo. Nonostante il rischio molto concreto di far riesplodere il conflitto tra israeliani e palestinesi e la messa in subbuglio tutto il mondo arabo, la Casa Bianca non sente ragioni e tira avanti, del resto Trump è uomo che non ha timore di sfidare il mondo, come ha fatto ripetutamente in questi dieci mesi di governo.

E’ naturale dunque che come si suole dire: il “piatto piange”

Commento di chiusura di oggi mercoledì 6 dicembre 2017

L’indice Ftse Mib chiude a 22.307 punti (-0.49%) non scomponendosi più di tanto e dimostrando una buona tenuta di fondo. Teniamo presente che questa mattina le borse asiatiche hanno risposto con preoccupazione ai nuovi problemi geopolitici che si potrebbero sviluppare in medio oriente dopo la decisione USA di spostare l’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. Il più pesante è stato il Nikkei giapponese che ha subito un calo deciso di quasi -2%, mentre gli altri si sono fermati intorno a -1,5% compresa la Cina che ha proseguito nella discesa che ha riportato l’indice di Shanghai sui valori che non si vedevano dal mese di agosto.
Tecnicamente il derivato dell’indice Ftse Mib ha chiuso in corrispondenza dei massimi di giornata e quindi nella parte alta della distribuzione dei volumi in prossimità dell’estensione superiore il che significa che l’85% dei contratti sul future sono stati fatti a valori inferiori con VWAP a 22.330 e PVP a 22.320.
E’ chiaro che un’apertura su valori uguali o superiori a questi livelli proietterebbe l’indice a ridosso dell’area di resistenza dei 22.500.

Oggi nessuna operazione. Avendo il Delta positivo naturalmente qualcosa nel complesso abbiamo ceduto; resta il fatto che la strategia a scadenza presenta tre apici rispettivamente sugli strike 22.000, 22.500 e 23.000 e - avendo chiuso l’indice a 22.307 punti - ci troviamo tra primo e secondo strike quando mancano 9 giorni e 6 di operatività piena alle scadenze tecniche.

Situazione Open Interest aggiornata a oggi giovedì 7 dicembre 2017 e creata sulle opzioni Mibo scadenza dicembre a partire dalla quella di novembre.
Osserviamo che il Put Call Ratio è di 1,9 ossia che per ogni Call OTM contrattata ci sono circa due Put OTM. Notiamo poi l’area di indifferenza dei venditori in cui riescono a trarre il maggior profitto dalla loro impostazione ossia l’area compresa tra gli strike 22.000 - 23.000 punti. E, infine, che il rischio assunto a ribasso è assai maggiore di quello a rialzo.
Detto in soldoni hanno fatto una strategia lateral rialzista.

Questa la distribuzione totale in percentuale sulle opzioni Mibo scadenza dicembre.
Direi che anche a livello generale la lancetta sia spostata più sul settore rialzista che quello ribassista data la prevalenza di Put OTM e Call ITM.

Poco significativo nell'ultimo periodo – invece – l’Open Interest sul future per cui non ci può essere molto di aiuto

Oggi assistiamo a una certa incapacità delle borse europee, in particolare di quella italiana, a impostare un rimbalzo dopo le flessioni dell’ultimo periodo.
Il movimento è perfettamente laterale. Diciamo che gli investitori sono in attesa di capire se Wall Street sta mostrando solo una pausa di riflessione dopo i festeggiamenti della riforma fiscale USA o si sta preparando a una fase di correzione più marcata.
Certo! Se a una pausa fisiologica non segue immediatamente una ripresa in un periodo fra l’atro stagionalmente favorevole ai rally, è probabile che la fiducia di molti investitori venga meno rompendo a ribasso questo movimento laterale.