Qualche intoppo e niente di più…
Anche la scorsa settimana i mercati hanno ripetuto lo stesso motivetto che pare essere diventato un tormentone in questo inizio di 2018.
In sostanza l’azionario americano ha ritoccato ancora una volta i massimi storici e mantiene il pallino del trend rialzista strettamente nelle mani in più sembra essersi svegliato anche l’azionario europeo favorito dal momentaneo stop di salita dell’euro nei confronti del dollaro e – soprattutto – per la possibilità di creare finalmente il nuovo governo tedesco con l’intesa raggiunta tra i maggiori partiti.
Non ha invece influito più di tanto la notizia del week-end dello Shutdown che si verifica quando il Congresso non approva la legge che rifinanzia le attività amministrative federali. L'ultimo shutdown risale all'ottobre del 2013, durò 16 giorni e coinvolse 850 mila dipendenti federali, che furono messi temporaneamente in congedo e che non ebbe particolari ripercussioni per l’economia americana. E’ evidente che i mercati confidano che si ripeta anche stavolta il medesimo copione sebbene il clima politico che si respira in questo momento sia abbastanza diverso oserei dire incancrenito rispetto al passato e su questa battaglia potrebbero scaricarsi molte delle tensioni accumulate nell’ultimo periodo tra repubblicani e democratici.
In ogni caso il vento dell’ottimismo è ancora forte e tende a gonfiare ulteriormente le vele del rialzo.
Anche la scorsa settimana i mercati hanno ripetuto lo stesso motivetto che pare essere diventato un tormentone in questo inizio di 2018.
In sostanza l’azionario americano ha ritoccato ancora una volta i massimi storici e mantiene il pallino del trend rialzista strettamente nelle mani in più sembra essersi svegliato anche l’azionario europeo favorito dal momentaneo stop di salita dell’euro nei confronti del dollaro e – soprattutto – per la possibilità di creare finalmente il nuovo governo tedesco con l’intesa raggiunta tra i maggiori partiti.
Non ha invece influito più di tanto la notizia del week-end dello Shutdown che si verifica quando il Congresso non approva la legge che rifinanzia le attività amministrative federali. L'ultimo shutdown risale all'ottobre del 2013, durò 16 giorni e coinvolse 850 mila dipendenti federali, che furono messi temporaneamente in congedo e che non ebbe particolari ripercussioni per l’economia americana. E’ evidente che i mercati confidano che si ripeta anche stavolta il medesimo copione sebbene il clima politico che si respira in questo momento sia abbastanza diverso oserei dire incancrenito rispetto al passato e su questa battaglia potrebbero scaricarsi molte delle tensioni accumulate nell’ultimo periodo tra repubblicani e democratici.
In ogni caso il vento dell’ottimismo è ancora forte e tende a gonfiare ulteriormente le vele del rialzo.
Meno si rischia più si guadagna ...