Per novembre il barometro segna ancora tempesta
Il mese borsistico di ottobre è stato un mese disastroso per il nostro indice Ftse Mib e le cifre lo dimostrano : -2.494 punti pari al -11,6%.
Si conferma – dunque – la tendenza ribassista che ci attanaglia da inizio maggio – cioè da quando è cominciata la discesa. Il rimbalzo del mese scorso aveva fatto pensare che il peggio fosse passato con l’indice che si era allontanato dal ciglio del burrone su cui si era pericolosamente affacciato e invece è stata una pura illusione.
Intanto nel weekend è arrivato il declassamento del rating italiano da parte di Moody’s - ampiamente scontato dal mercato - e la pace forzosa tra Salvini e Di Maio dopo una settimana vissuta in maniera irresponsabile da parte dell’esecutivo che è stato a un passo da una crisi di governo. Mentre nostro primo ministro Conte – si fa per dire – era a Bruxelles dai leader degli altri paesi per convincerli della bontà della nostra manovra e di quanto questa fosse incisiva per il risanamento dei conti pubblici, Di Maio minacciava di mandare tutto all'aria se non si fosse modificato il decreto fiscale che conteneva il condono, in quanto erano state allargate - dalla famosa "Manina” - le maglie oltre quanto concordato con gli alleati della Lega.
Nel frattempo lo spread BTP-Bund continuava a salire, raggiungendo proprio nella parte iniziale della seduta di venerdì un massimo di 341 punti base con la possibilità di potersi avvitare ulteriormente su se stesso. Insomma abbiamo vissuto attimi simili a quelli del 2011 quando fu costretto a dimettersi l’allora presidente del consiglio Berlusconi.
Tutto ciò si vede benissimo graficamente con una accelerazione ribassista impressionante. Siamo sotto la trend line inferiore del canale lateral - ribassista di lungo periodo (1) e a contatto anche con quella ribassista di breve (2) su cui c’è stato un primo rimbalzo venerdì scorso.
Il mese borsistico di ottobre è stato un mese disastroso per il nostro indice Ftse Mib e le cifre lo dimostrano : -2.494 punti pari al -11,6%.
Si conferma – dunque – la tendenza ribassista che ci attanaglia da inizio maggio – cioè da quando è cominciata la discesa. Il rimbalzo del mese scorso aveva fatto pensare che il peggio fosse passato con l’indice che si era allontanato dal ciglio del burrone su cui si era pericolosamente affacciato e invece è stata una pura illusione.
Intanto nel weekend è arrivato il declassamento del rating italiano da parte di Moody’s - ampiamente scontato dal mercato - e la pace forzosa tra Salvini e Di Maio dopo una settimana vissuta in maniera irresponsabile da parte dell’esecutivo che è stato a un passo da una crisi di governo. Mentre nostro primo ministro Conte – si fa per dire – era a Bruxelles dai leader degli altri paesi per convincerli della bontà della nostra manovra e di quanto questa fosse incisiva per il risanamento dei conti pubblici, Di Maio minacciava di mandare tutto all'aria se non si fosse modificato il decreto fiscale che conteneva il condono, in quanto erano state allargate - dalla famosa "Manina” - le maglie oltre quanto concordato con gli alleati della Lega.
Nel frattempo lo spread BTP-Bund continuava a salire, raggiungendo proprio nella parte iniziale della seduta di venerdì un massimo di 341 punti base con la possibilità di potersi avvitare ulteriormente su se stesso. Insomma abbiamo vissuto attimi simili a quelli del 2011 quando fu costretto a dimettersi l’allora presidente del consiglio Berlusconi.
Tutto ciò si vede benissimo graficamente con una accelerazione ribassista impressionante. Siamo sotto la trend line inferiore del canale lateral - ribassista di lungo periodo (1) e a contatto anche con quella ribassista di breve (2) su cui c’è stato un primo rimbalzo venerdì scorso.
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Meno si rischia più si guadagna ...