Re: SCADENZA GENNAIO 2019

Analisi della volatilità

Incominciamo questo nuovo anno facendo il punto della situazione per quanto riguarda il nostro indice Ftse Mib.

Intanto la giornata di ieri, che ha inaugurato il nuovo anno, era partita piuttosto male con una prima mezz’ora fortemente negativa, ma poi gli indici europei hanno reagito e preso fiducia tanto da annullare completamente la brutta partenza. Il nostro Ftse-Mib ha così chiuso in parità la prima seduta del nuovo anno.

Come si vede dal grafico sotto, che riporta la situazione del nostro indice dell’anno appena trascorso, dai massimi relativi (24.544) battuti il 7 di maggio (punto 2) l'indice ha intrapreso una discesa che ha portato a chiudere l’anno in area 18.000 con un ritracciamento del 26,8% e con un bilancio finale abbastanza pesante. Eppure l’anno era partito in salita approfittato della solida congiuntura internazionale e fino ad aprile aveva guadagnato il 13,7%. Poi ci sono state le elezioni, il nuovo governo che non ha avuto il consenso dai mercati e il rallentamento dell’economia mondiale ha fatto il resto.

La volatilità storica a 21 giorni annualizzata ha dato origine - nel periodo considerato – ad un trend ascendente con massimi e minimi crescenti. La retta di regressione lineare, che ci indica dove si trova statisticamente la media di periodo, ha avuto anch'essa un andamento ascendente e, insieme alle due deviazioni standard, ha formato un canale di regressione lineare che ha contenuto quasi tutte le oscillazioni della volatilità storica.
L’ultimo valore di questa importante variabile vale esattamente il 23% e si trova nella metà superiore del canale di regressione.

La domanda che ci dobbiamo porre è sempre la stessa: ci troviamo in un periodo di alta o di bassa volatilità? Vediamo cosa ci dice il rango ossia una misura di valutazione relativa che viene spesso utilizzata in statistica. Il valore attuale, in un intervallo compreso tra 0 e 100, è 86 quindi in una zona ad alta volatilità. All’inizio di dicembre dello scorso anno fino alla fine addirittura il rango mostrava il valore massimo.

Che la volatilità storica sia in una condizione di alta volatilità è confermato anche dal canale dei percentili dove l’ultimo valore segna 91° percentile il che significa che solo 9 valori su 100 hanno avuto valori di volatilità più alti. Dopo il massimo registrato nei giorni scorsi, la volatilità si sta riportando verso la curva superiore del canale 20/80 dei percentili. Un suo sfondamento significherebbe un ritorno veloce verso livelli più bassi di volatilità.

Infine, l’oscillatore di volatilità, che ha un valore di 78 all’interno di una scala che va da 0 a 100 dopo aver battuto la zona di alta volatilità sta già scendendo ai piani inferiori.

Volatilità alta che sta rientrando significa una sola cosa: mercato stagnante o gradatamente rialzista. Quello che ci vuole per le nostre classiche strategie in vendita.

Dove sono scavate le trincee del campo di battaglia di questo primo corto mese borsistico?

La prima cosa che si fa prima di mettere qualsiasi strategia a mercato, è quella di riuscire a capire a che distanza cautelativa si sono messi gli istituzionali in un determinato periodo di tempo e quantificare le probabilità associate a questo tipo di intervallo.
Per poter valutare il range di oscillazione è sufficiente mettere a mercato - fittiziamente un short straddle utilizzando opzioni ATM - e andare a vedere dove si collocano i break even point. Naturalmente la distanza tra questi due punti è tanto più alta quanto più elevata è volatilità del mercato e il tempo a scadenza; in questo momento la volatilità è sui massimi relativi e ha molte possibilità di contrarsi.
Vendendo Call e Put strike 18.250, abbiamo un break even point inferiore collocato a 17.534 ossia a un -3,76% rispetto ai valori attuali dell’indice (18.218) e abbiamo un livello superiore a 18.966 ossia a 4,10% sempre rispetto allo stesso valore.

La domanda è: Quanto vale il range appena calcolato dal punto di vista probabilistico?
Come si vede - utilizzando metodi statistici - la probabilità del range in questione è maggiore del 50% (per inciso la probabilità calcolata con il “probabilimentro” è 57,3%). Quindi deduciamo che è circa 7,3% in più rispetto a quello che potrebbe offrire un fifty-fifty e rappresenta in questo caso quanto il venditore pretende dal compratore per assumersi il rischio associato alla vendita. E' poco o è tanto?
Sappiamo che più è alto questo valore, maggiori sono i rischi percepiti dal venditore dello Straddle che per tali motivi se lo assume solo se il compratore scuce un premio maggiore.

A naso non mi sembra che stia chiedendo molto per portare a casa buona parte del premio incassato (1.790 €)

N.B. Una copia del software del "probabilimentro" con le relative istruzioni la trovate sul sito privato trading help

Abbiamo visto che la probabilità statistica del sottostante di finire a scadenza all’interno del range 17.534/ 18.966 ossia dei due break even point della strategia Short Straddle per così dire “fittizio” era del 57,3%. Questa probabilità si riferisce esattamente al termine dei 14 giorni che ci separavano dalla scadenza.

Tuttavia – come trader in opzioni – siamo interessati anche a sapere – fermo restando la possibilità che il sottostante termini all’interno dell’intervallo considerato – quello che succede durante l'intero periodo di negoziazione per decidere per esempio se conviene chiudere una strategia prima della scadenza in modo da non compromettere parte o tutti i profitti realizzati fino a quel momento oppure continuarla a mantenere a mercato.

In altre parole ci interessa sapere quali sono le possibilità che ha l’indice di “toccare” un certo obiettivo di prezzo durante l'intervallo di tempo considerato e cioè: quanto è probabile che l’indice sarà scambiato almeno una volta al prezzo target durante il periodo di tempo considerato?

Il risultato ci permette di valutare quali sono i rischi relativi e le potenziali opportunità offerte da una determinata strategia di opzioni.

Per fare questa operazione ci avvaliamo del “Probability Calculator” un software di mia ideazione per stimare le probabilità che un generico sottostante ha di muoversi oltre due limiti di prezzo prefissati: un prezzo al rialzo e uno al ribasso – durante un dato periodo di tempo.
Il programma utilizza la tecnica della simulazione di Monte Carlo per creare una serie di sentieri di prezzo attraverso i quali poter valutare la probabilità di toccare uno o entrambi i livelli di prezzo non solo a scadenza ma anche durante il periodo di vita dell’opzione.
Il metodo Monte Carlo è una procedura di calcolo di tipo numerico utilizzata per individuare i possibili esiti, e le relative probabilità di accadimento, di fenomeni dipendenti da una pluralità di variabili che, come tali , sono difficilmente risolvibili attraverso gli strumenti di calcolo deterministico.