SCADENZA FEBBRAIO 2019

La situazione per quanto riguarda il nostro indice Ftse Mib sembra stabilizzarsi ma lontana da qualsiasi miglioramento nel breve. Beh… la discesa di circa 300 punti ha bisogno di respiro. Quindi un piccolo rimbalzo non si nega a nessuno.
Ma se non si dovesse formare un PVP i basso nella distribuzione allora la pressione ribassista prenderà di nuovo il sopravvento. Il Trend Pressure è in territorio bearish insieme al CDV. Quindi pressione e forza rimangono orientati a ribasso.
La zona cuscinetto che separa gli orsi dai tori, è collocata in alto nella fascia 19.740/19.770 quindi a -65 punti dai livelli attuali solo a un suo eventuale superamento si potrebbe parlare di ribaltamento della situazione.

Rispetto ai prezzi di chiusura delle opzioni Mibo scadenza febbraio da cui abbiamo ricavato lo skew di volatilità implicita (curva nera) nella giornata odierna abbiamo un aumento della volatilità implicita delle Put e una diminuzione di quella delle Call.

Aggiornamento ore 15.22

Poco prima dell’apertura di Wall Street, Piazza Affari si conferma in territorio negativo, con il Ftse Mib che viaggia a ridosso dei minimi intraday in area 19.574, con una flessione dello 1%. Registriamo al momento la peggiore performance nel Vecchio Continente.
Dopo avvio positivo in sintonia con l'andamento delle altre Borse europee sulla scia delle indicazioni arrivate ieri dalla Fed, l’indice Ftse Mib ha fatto un’inversione a “U” subito segnalata dal Trend Pressure e dal CDV.
L'entusiasmo iniziale ha avuto vita breve anche perché siamo ufficialmente in recessione tecnica visto che l’Istat ha confermato che l’economia italiana nel quarto trimestre 2018 ha registrato una contrazione dello 0,2%.

Oggi una sola operazione che vedete riportata nel cronologico.

La posizione dopo l’operazione di oggi. A rialzo rischio limitato, a ribasso il break even è situato a -12% dalla chiusura.

Commento di chiusura di oggi giovedì 31 gennaio 2019

Giornata negativa per Piazza Affari che dopo un avvio positivo, ha azzerato i guadagni in tarda mattinata per poi recuperare terreno a fine sessione in scia anche alla tenuta di Wall Street. Il Ftse Mib cede lo 0,21% a 19.730 punti, con uno spread poco mosso in area 240 punti base. L'indice principale milanese è stato penalizzato dal calo dei bancari il cui indice settoriale ha perso 3,53%. La discesa dei bancari è da mettere in relazione alle voci circolate in mattinata secondo cui Deutsche Bank potrebbe valutare una fusione con Commerzbank se la situazione di indebitamento della banca non dovesse migliorare.
Ciliegina sulla torta i dati macro rilasciati dall’Istat. Il Pil in Italia si è contratto dello 0,2% nel quarto trimestre del 2018 rispetto al trimestre precedente e perciò ufficialmente l'Italia è entrata in una fase di recessione tecnica.
Comunque, aver recuperato nella seconda parte della giornata, il livello 19.720 dove sono presenti la maggior parte dei volumi espressi nell’ultimo periodo, non è un segno di continuazione.

Chiusure delle opzioni Mibo scadenza febbraio 2019 di giovedì 31 gennaio

Volumi scambiati sulle stesse opzioni Mibo di giovedì 31 gennaio 2019

Skew di volatilità implicite dedotte dalle chiusure delle opzioni Mibo scadenza febbraio di giovedì 31 gennaio 2019

Io... speriamo che me la cavo

La difficoltà di tradare i mercati azionari odierni è diventata proverbiale. Spesso si alternano momenti di euforia seguiti da forte depressione.
Basta guardare a quanto è successo a gennaio ai più importanti indici mondiali, quelli americani. Beh… hanno chiuso un mese sui massimi e recuperando tutto quello che avevano perso nel mese di dicembre. Questa sorta di inversione a “V” del mercato mette a KO qualsiasi trader che utilizza strumenti lineari. Noi siamo fortunati perché utilizziamo strumenti finanziari dotati di flessibilità che si adattano a qualsiasi situazione. Perché possiamo escludere dalle nostre strategie la direzione e per i più bravi anche la volatilità o a limite cavalcarla.
Quello che vedo è che il rallentamento economico mondiale è molto più pesante di quello che vogliono farci credere e soprattutto di quello che dicono i grafici.
Siete convinti che la stima del PIL del 4° trimestre non sia stata comunicata in settimana per colpa dello shutdown? Io credo di no! Forse il dato era tanto brutto che avrebbe provocato in questo momento un tonfo dei mercati di dimensioni catastrofiche, meglio rinviarlo e dare la possibilità alle mani forti di alleggerire i portafogli.

In Italia la situazione è ancora più allarmante visto che abbiamo perso tempo quando le condizioni lo permettevano. Ora siamo in recessione tecnica e il governo del cambiamento propone dei miracoli, ma i miracoli li fanno solo i santi.