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- Iscritto il: 10/10/2011, 19:14
luchettobello ha scritto:Chi mi spiega bene la cosa? Vedo che molti operatori tengono d'occhio costantemente l'evolversi del prezzo reale rispetto a quello teorico per effettuare previsioni sul futuro andamento del sottostante.
La differenza tra questi valori e' data "semplicemente" dalla volatilità o sbaglio?
Ma sei faccio a ritroso il modell b&s come da file allegato nella cassetta degli attrezzi riesco a calcolarmi la VI in quell'istante dell'opzione su quel prezzo reale di mercato.
E il valore teorico allora in cosa consiste? Quale dato di VI uso per calcolarlo e verificare eventuali differenze rispetto al premio battuto dal mercato?
Spero di essere stato chiaro
Ciao, provo a risponderti prima che passi il "capo", è anche un modo per vedere se ho capito...
Il prezzo reale di un'opzione dipende dalla volatilità implicita che viene prezzata dai market maker, che è diversa dalla volatilità storica: questo perché la volatilità implicita riflette le aspettative sull'evoluzione della volatilità stessa, e quindi questa aspettativa è incorporata (implicita) nel prezzo delle opzioni.
Il modello base di Black Scholes e Merton considera la distribuzione dei rendimenti come una normale, e quindi mostra, in parole povere, una volatilità costante per tutti gli strike, sia per le ATM, sia per le opzioni più OTM. Questo è il valore teorico dell'opzione, cioè un valore che si basa su un modello teorico universamente accettato, ma che è stato superato.
Con il crack del mercato del 1987, e successivi, si è visto che il modello teorico "scricchiolava" (e la LCTM saltò in aria ) e quindi è venuto a formarsi lo skew di volatilità, il cosiddetto smile. Altro non è che una curva che mostra il premio di volatilità, implicito nel prezzo delle opzioni distanti dall'ATM, e generalmente più elevato per le put. Quindi il valore teorico va "bene" per le ATM, mentre per le OTM qualunque esse siano devi calcolarlo a ritroso, partendo dal prezzo dell'opzione, oppure te lo prendi dal sito di borsaitaliana (ma è uguale).
Ad esempio, il VSTOXX è l'indice di volatilità delle opzioni ATM dello Stoxx, ma sicuramente ad oggi non potrai negoziare una put 2200 prezzando la stessa volatilità, ma la dovrai pagare ben più cara. E quanto? Dipende da tante cose, appunto:
1) la scadenza
2) l'aspettativa della volatilità futura
All'avvicinarsi della scadenza, lo smile di volatilità diventa sempre più importante, e l'effetto è ancora più forte, ovvero trovi opzioni con volatilità prezzata che supera tranquillamente il doppio della volatilità ATM. Tieni infatti presente che il vega è l'inverso del theta.
Un trucchetto che viene spiegato dal Cottle per capire l'impatto della volatilità sul proprio portafoglio, è considerarla come un "viaggio" nel tempo: su una sola scadenza se sei vega positivo, sicuramente sei theta negativo (ad esempio hai messo a mercato un long straddle), e quindi un aumento di volatilità ti porta beneficio, perché è come se "tirassi indietro l'orologio", e hai più probabilità di sfangarla. Se sei vega negativo, e quindi sei theta positivo, (ad esempio hai messo a mercato un condor) speri che la volatilità scenda, un aumento di volatilità ti porta danno, perché diventa più "probabile" che il condor che hai messo a mercato possa essere "attaccato".
A titolo di esempio, questi sono 3 skew che incontri nel corso della vita dell'opzione.. più ti avvicini alla scadenza e più il "sorriso" si fa pronunciato.
ciao