22/03/2019, 11:45
Ieri carota, oggi bastone…
Ne avevamo già parlato e puntualmente i primi dati macro di oggi ci hanno dato ragione.
La sterzata in direzione accomodante delle Banche centrali ha fatto piombare i rendimenti dei titoli di Stato di nuovo a livelli che non si vedevano da tempo. Prima la Banca centrale europea ha abbandonato i suoi progetti di rialzare i tassi dopo l'estate; poi la Fed ha comunicato che per quest'anno non prevede altri interventi sul costo del denaro, e che il prossimo ce ne sarà soltanto uno. L'effetto è che i Treasury sono arrivati a rendere meno del 2,5%, come non si vedeva dal gennaio 2018, e i titoli decennali giapponesi sono arrivati a -0,07% nella seduta di venerdì. Anche il Bund tedesco, sta flirtando con il livello sottozero che non si vede dall'ottobre 2016.
A spingere ulteriormente verso la posizione da "colomba" la Bce potrebbero essere i segnali sempre più forti di rallentamento.
Oggi, proprio dalla Germania, l'indice PMI che anticipa l'andamento nel settore manifatturiero attraverso le impressioni dei direttori agli acquisti delle aziende, è calato dai 47,6 punti di febbraio ai 44,7 di marzo: minimi da 79 mesi.
Perché le Banche centrali si mostrano così accomodanti? I mercati obbligazionari hanno immediatamente ipotizzato che dietro questo comportamento ci siano timori inconfessati ed inconfessabili di guai in vista sul fronte della crescita.
Meno si rischia più si guadagna ...