SCADENZA MAGGIO 2019

L’indice americano SP500 ha aggiornato il massimo storico che perdurava dal 21 settembre 2018 da 2910,91 a 2946,44
Nei prossimi giorni vedremo se sarà doppio massimo e quindi figura di inversione e storno oppure ci sarà un lungo movimento laterale...

Commento di chiusura di oggi lunedì 29 aprile 2019

Il nostro indice principale, il Ftse Mib ha chiuso a 21.788 con un +0,23% ed è risultato oggi il migliore dell’eurozona aiutato dal settore bancario il cui indice settoriale ha guadagnato più del 2% dopo la decisione di Standard & Poor’s di “graziare” l’Italia mantenendo rating e prospettive invariate sul nostro Paese.

Poco mosse nel pomeriggio le Borse europee nonostante lo sfondamento dei massimi storici da parte dell’SP500. Ha prevalso un clima di attesa tra gli investitori in vista della ripresa delle trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina con la delegazione Usa che si recherà domani a Pechino per proseguire i colloqui, mentre l'8 maggio l'incontro avverrà a Washington. Nella settimana appena iniziata, ci sarà inoltre l’appuntamento con la FED, mercoledì, e qualche dato macroeconomico di una certa importanza per cui stare alla finestra è sembrata la scelta migliore.

Anche oggi nessuna operazione sul portafoglio che rimane costituito da un future short a 21.270 punti

Gli investitori continuano a girare i pollici

Le Borse europee hanno vissuto ieri una giornata altalenante, comunque con oscillazioni contenute sopra e sotto la parità. I listini del Vecchio continente sono peggiorati a metà mattinata con il brusco calo della fiducia economica in Europa, poi hanno ritrovato un po' di slancio con Wall Street. Milano alla fine ha guadagnato lo 0,23% grazie agli acquisti sulle banche che hanno tratto beneficio almeno dalla iniziale riduzione del differenziale dello spread tra Btp e Bund tedeschi. Per essere precisi, il mancato taglio al rating italiano da parte dell'agenzia Standard&Poor's, arrivato nella serata di venerdì a mercati chiusi, ha portato una distensione solo parziale sul debito italiano, il differenziale ha prima segnato un calo in area 255 punti alla riapertura degli scambi, però a fine giornata è tornato sostanzialmente ai livelli di venerdì, in area 260 con un rendimento al 2,59%.

Gli investitori restano dunque alla finestra per capire che vento tirerà sulla congiuntura economica globale, dopo i dati sul Pil americano che hanno mostrato una buona salute dell'economia ma con alcune debolezze legate agli investimenti che confermano un quadro di crescita - ma in rallentamento - per il prossimo futuro.

Analisi della volatilità

Come si vede dal grafico sotto, che riporta la situazione del nostro indice nell’ultimo anno, dai massimi relativi (24.544) battuti il 7 di maggio 2018 (punto 1) l'indice ha intrapreso una discesa che ha portato a chiudere l’anno in area 18.000 con un ritracciamento del 26,8% e con un bilancio finale abbastanza pesante (punto 2). Da qui è partito un recupero prodigioso che ha portato l’indice a recuperare più di quello che aveva perso nell’ultima flessione (punto 3).
La volatilità storica a 21 giorni vale attualmente 7,7%. Praticamente l’indice è immobile.

Come ci è arrivato a questi valori? Beh… una volta sfondato la parte inferiore del canale discendente di lungo periodo per la seconda volta agli inizi di aprile e dopo un pullback è continuato a scendere fino al valore attuale di 7,7%.

Il rango, ossia una misura di valutazione relativa che viene spesso utilizzata in statistica, ci dice che ci troviamo in un periodo di bassa volatilità per l’esattezza il valore attuale, in un intervallo compreso tra 0 e 100, è zero quindi meno di così non si può andare. All’inizio dell’anno 2019 il rango mostrava il valore massimo.

Altra misura statistica di valutazione relativa sono i percentili di volatilità con il corrispondente canale 20/80. Ci troviamo precisamente al di sotto del canale che indica una condizione di bassa volatilità. Anche qui l’ultimo valore segna 0° percentile il che significa che non ci sono stati valori di volatilità inferiore a questo, ci troviamo cioè sui minimi.

Infine, l’oscillatore di volatilità, che ha un valore di 24 all’interno di una scala che va da 0 a 100 sta entrando nella zona di bassa volatilità.

Volatilità a questi livelli significa che c’è attualmente una forte compressione di volatilità sull’indice Ftse Mib che sconsiglia l’uso di qualsiasi strategia che preveda la vendita delle opzioni su questo sottostante. Sarebbe meglio l’acquisto.

Il Trend Pressure e il CDV viaggiano ancora in territorio positivo ma vedete come la tendenza del primo abbia una inclinazione ribassista evidente… in altre parole il trend a rialzo si sta deteriorando… almeno lo spero visto che sono ancora ribassista...