07/05/2019, 9:08
Il grande bluff
Ogni mattina, quando aprono i mercati e osserviamo le prime quotazioni oscillare sui monitor, ci farebbe bene prendere l’abitudine di dare anche un’occhiata al profilo twitter del presidente degli Usa Donald Trump. Perché? Beh… perché sono bastati un paio di post per compromettere lo scenario ideale che si stava profilando per gli investitori (almeno per quelli americani...), quello tipico in cui l’economia che cresce costantemente con inflazione bassa e, di conseguenza, anche i tassi restano compressi su valori minimi.
Nei suoi tweet Trump – evidentemente infastidito dagli ostacoli che ormai da 3 mesi rallentano le trattative commerciali tra Usa e Cina - ha deciso di imprimere un’accelerazione alle trattative nel solo modo in cui lui sa discutere, cioè quello da “bullo” lanciando una minaccia concreta alla Cina: se non si trova un accordo nelle prossime ore, da venerdì 9 maggio gli Usa amplieranno l’aliquota dei dazi su 200 miliardi di merci cinesi importate, dal 10% al 25%.
La domanda che tutti si pongono è: Trump sta bluffando oppure no?
Il cosiddetto bluff è un atteggiamento tenuto da un giocatore generalmente in una partita di poker e tendente ad indurre in errore un avversario, impedendogli di capire quale sia la propria situazione di gioco, per esempio rilanciando e facendo credere agli avversari di essere in una situazione migliore di quella reale.
Ebbene, manca poco tempo per capire se Trump stia bluffando o se stia facendo sul serio. Nel primo caso possiamo annoverare questa “sparata” al tipico gioco di rilancio in una trattativa che stava perdendo colpi, mentre nel secondo caso dobbiamo mettere in conto che Trump abbia effettivamente perso la pazienza e quindi la guerra commerciale - anziché andare verso una risoluzione (come i mercati fino a venerdì stavano scontando) - potrebbe vivere un’inaspettata escalation.
Ora, visto l’atteggiamento dei mercati Usa che hanno preso la notizia in maniera più tranquilla rispetto a quelli asiatici, al momento prevale l’ipotesi del bluff evidentemente per forzare i tempi di un accordo commerciale prima di entrare nella campagna elettorale in vista delle elezioni Usa del 2020.
Staremo a vedere l’evoluzione…
Meno si rischia più si guadagna ...