SCADENZA GIUGNO 2019

Open Interest future ieri di nuovo in discesa

Poco significativa la movimentazione sulle Mibo giugno

La strategia che hanno gli istituzionali al momento rimane questa

Range dei livelli ottenuti con la media ponderata dei volumi degli Open Interest e i relativi strike.

Delta volume per livello di prezzo…

In basso non ci sono supporti di rilievo...
l’unico che può essere preso in considerazione e 20.090 punti

Oggi è stata una Bull Trap (la trappola del toro) ossia un falso movimento rialzista con uscita temporanea da zona di congestione rappresentata dall'area dei 20.250 punti e dove tra l’atro passa il crossover visto nei post precedenti.

Con un movimento impetuoso questa mattina e dopo una falsa partenza, l’indice si è portato velocemente in area 20.400 punti appena prima dell’inizio della conferenza stampa di Mario Draghi che ha evidenziato tutte le criticità del momento e soprattutto dei paesi – come il nostro – oberati da un debito pubblico fuori controllo. Dopodiché le quotazioni sono scese velocemente fino a toccare i minimi di giornata. Inutile dire che questo movimento non è un buon segno per le prossime sedute.

La chiusura dell’indice Ftse Mib ha comunque chiuso leggermente sopra la parità a 20.177 punti (+0.11%) con lo spread Btp/Bund che chiude poco mosso a 271 punti base.

Dopo le operazioni di oggi la strategia si presenta in questo modo. Abbiamo mantenuto – per le ragioni esposte – un Delta negativo. Manteniamo ancora un Theta positivo e un Vega negativo. Il Gamma al momento è sotto controllo e non desta preoccupazioni. La parte più pericolosa dista dai prezzi attuali più del 5% per cui questa distanza di sicurezza ci permette di intervenire nel caso ci fosse bisogno. Il break even a rialzo possiede una distanza inferiore ma non credo che l’indice possa fare molta strada a rialzo.

C’è stato un corto circuito comunicativo

Quando prende la parola Mario Draghi, ogni operatore di mercato non può fare a meno di sintonizzarsi. Ieri la riconosciuta abilità oratoria dimostrata dal presidente della Bce ha però fatto cilecca. Eppure il messaggio ha aperto la strada a una politica monetaria più accomodante da parte della BCE, come quello di garantire che i tassi dell’area resteranno su questi livelli almeno fino alla metà del prossimo anno, e allora perché è stato letto in maniera diametralmente opposta dai mercati che hanno terminato in ordine sparso non lontane dalla parità (+0,11% per Piazza Affari) e ben al di sotto dei massimi di giornata?
La ragione è molto semplice: allungando di qualche mese il periodo durante il quale i tassi sono destinati a restare invariati al livello attuale, questa volta il board Bce non ha soltanto escluso rialzi (come si poteva pensare fino a qualche mese fa), ma ha tolto dall'orizzonte anche eventuali riduzioni del costo del denaro.
E a pensarci bene, queste ultime non sono infatti più così tanto fuori luogo visto l’andamento delle aspettative sull’inflazione a medio termine che nell’Eurozona sta nuovamente scendendo con rapidità (dal 1,7% annuale di aprile al 1,29% di maggio, mai così basse dal 2016), allontanandosi dall'obiettivo BCE del 2%, mai raggiunto e considerando anche la tendenza in atto fra le altre Banche centrali mondiali a seguire questa strada, Federal Reserve in primo piano.

Ore 9.15

Inserito acquisto di 2 future mercato

Ore 9.15

Inserito acquisto di 2 future mercato

Eseguiti a 20.270 punti