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- Iscritto il: 29/09/2011, 8:59
Ci sono giunti messaggi privati che ci invitano a pubblicare informazioni basiche sul trading con le opzioni.
Inauguriamo perciò questa sezione del forum, chiaramente dedicata a chi inizia ma utile per un veloce ripasso anche a chi ha già una certa dimestichezza con questo genere di operatività, pubblicando uno stralcio di un articolo che sarebbe dovuto apparire in un giornale specializzato e proponendo quelle che a ragione sono considerate le strategie di base (come disse Salisbury, facendo probabilmente il primo baciamano della storia ad una signora: “Beh, da qualche parte bisogna pure incominciare!”).
Non ci limiteremo alle quattro operazioni principali. Prenderemo in esame lo spread, la butterfly e via dicendo (strategie che comunque possono essere considerate di base), indicando per la costruzione di ciascuna il miglior timing, validi suggerimenti operativi, vantaggi e svantaggi.
Capire le opzioni
Non ci si improvvisa opzionisti e partire con il piede giusto è fondamentale.
Un’opzione non è un titolo azionario, è un contratto tra due parti.
Chi acquista titoli azionari di una società diventa proprietario di una piccolissima parte di quella società e spera di riuscire a liquidare la sua partecipazione con un guadagno.
Chi acquista un’opzione, invece, acquisisce un diritto: potrà acquistare titoli di una società (e non soltanto titoli azionari) ad un prezzo e in un periodo di tempo indicato in un contratto.
Fare trading option significa essenzialmente acquistare e/o vendere contratti. E quei contratti non sono diversi dai contratti utilizzati per l’acquisto di un immobile o di un bene strumentale. Sono contratti, punto e basta.
Il contratto con cui si acquisisce il diritto di acquistare un bene a una certa data o entro una certa data di scadenza e ad un prezzo prestabilito si chiama Call. Il contratto con cui si acquisisce il diritto a vendere un bene a una certa data o entro una certa data di scadenza e ad un prezzo prestabilito si chiama Put.
Call: assegna la facoltà di acquistare o non acquistare l'attività sottostante;
Put: assegna la facoltà di vendere o non vendere l'attività oggetto del contratto.
Chi acquista un contratto ha una perdita limitata all’ammontare del premio pagato e un profitto potenziale illimitato.
Chi vende un contratto ha un profitto limitato all’ammontare del premio incassato e una perdita potenziale illimitata.
Riuscire a capire le opzioni diventa facile una volta che ci si rende conto che tutto si riduce a due componenti: opzioni Put e opzioni Call. Tutto il resto – le strategie complesse cui presto arriveremo "di là" - è solo una variazione o una combinazione di queste due componenti.
In generale le opzioni possono essere rappresentate con un grafico che evidenzia il profilo di rendimento in funzione del prezzo del sottostante. In sintesi, con le opzioni è possibile assumere quattro diverse posizioni di base.
In questo primo appuntamento ci concentreremo, appunto, sulle posizioni di base: distinguere immediatamente l’una dall’altra, comprenderne il meccanismo e il comportamento al variare del sottostante è fondamentale per chi vuole iniziare ad operare con le opzioni.
Il profilo di rischio
Prima di parlare di strategie è necessario introdurre il concetto di “profilo di rischio”. Si tratta di un normalissimo grafico, diverso tuttavia dai grafici con i quali si è soliti rappresentare i movimenti dei prezzi.
Il profilo di rischio mostra sull’asse X (asse orizzontale) i valori crescenti dello strumento finanziario trattato e sull’asse Y (asse verticale) il potenziale profitto dell’operazione.
C’è infine una linea orizzontale parallela all’asse X e all’altezza dello 0 sull’asse Y. E’ la linea di breakeven: se, in corrispondenza del valore del sottostante, la linea rossa diagonale si mantiene sopra la linea di breakeven l’operazione sta generando un profitto. Se, al contrario, la linea rossa diagonale scende al di sotto di questa linea l’operazione è chiaramente in perdita. La linea rossa vi dice se la vostra operazione è in profitto o se state perdendo dei soldi.
Inauguriamo perciò questa sezione del forum, chiaramente dedicata a chi inizia ma utile per un veloce ripasso anche a chi ha già una certa dimestichezza con questo genere di operatività, pubblicando uno stralcio di un articolo che sarebbe dovuto apparire in un giornale specializzato e proponendo quelle che a ragione sono considerate le strategie di base (come disse Salisbury, facendo probabilmente il primo baciamano della storia ad una signora: “Beh, da qualche parte bisogna pure incominciare!”).
Non ci limiteremo alle quattro operazioni principali. Prenderemo in esame lo spread, la butterfly e via dicendo (strategie che comunque possono essere considerate di base), indicando per la costruzione di ciascuna il miglior timing, validi suggerimenti operativi, vantaggi e svantaggi.
Capire le opzioni
Non ci si improvvisa opzionisti e partire con il piede giusto è fondamentale.
Un’opzione non è un titolo azionario, è un contratto tra due parti.
Chi acquista titoli azionari di una società diventa proprietario di una piccolissima parte di quella società e spera di riuscire a liquidare la sua partecipazione con un guadagno.
Chi acquista un’opzione, invece, acquisisce un diritto: potrà acquistare titoli di una società (e non soltanto titoli azionari) ad un prezzo e in un periodo di tempo indicato in un contratto.
Fare trading option significa essenzialmente acquistare e/o vendere contratti. E quei contratti non sono diversi dai contratti utilizzati per l’acquisto di un immobile o di un bene strumentale. Sono contratti, punto e basta.
Il contratto con cui si acquisisce il diritto di acquistare un bene a una certa data o entro una certa data di scadenza e ad un prezzo prestabilito si chiama Call. Il contratto con cui si acquisisce il diritto a vendere un bene a una certa data o entro una certa data di scadenza e ad un prezzo prestabilito si chiama Put.
Call: assegna la facoltà di acquistare o non acquistare l'attività sottostante;
Put: assegna la facoltà di vendere o non vendere l'attività oggetto del contratto.
Chi acquista un contratto ha una perdita limitata all’ammontare del premio pagato e un profitto potenziale illimitato.
Chi vende un contratto ha un profitto limitato all’ammontare del premio incassato e una perdita potenziale illimitata.
Riuscire a capire le opzioni diventa facile una volta che ci si rende conto che tutto si riduce a due componenti: opzioni Put e opzioni Call. Tutto il resto – le strategie complesse cui presto arriveremo "di là" - è solo una variazione o una combinazione di queste due componenti.
In generale le opzioni possono essere rappresentate con un grafico che evidenzia il profilo di rendimento in funzione del prezzo del sottostante. In sintesi, con le opzioni è possibile assumere quattro diverse posizioni di base.
In questo primo appuntamento ci concentreremo, appunto, sulle posizioni di base: distinguere immediatamente l’una dall’altra, comprenderne il meccanismo e il comportamento al variare del sottostante è fondamentale per chi vuole iniziare ad operare con le opzioni.
Il profilo di rischio
Prima di parlare di strategie è necessario introdurre il concetto di “profilo di rischio”. Si tratta di un normalissimo grafico, diverso tuttavia dai grafici con i quali si è soliti rappresentare i movimenti dei prezzi.
Il profilo di rischio mostra sull’asse X (asse orizzontale) i valori crescenti dello strumento finanziario trattato e sull’asse Y (asse verticale) il potenziale profitto dell’operazione.
C’è infine una linea orizzontale parallela all’asse X e all’altezza dello 0 sull’asse Y. E’ la linea di breakeven: se, in corrispondenza del valore del sottostante, la linea rossa diagonale si mantiene sopra la linea di breakeven l’operazione sta generando un profitto. Se, al contrario, la linea rossa diagonale scende al di sotto di questa linea l’operazione è chiaramente in perdita. La linea rossa vi dice se la vostra operazione è in profitto o se state perdendo dei soldi.