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- Iscritto il: 10/10/2011, 11:48
Ben diversa e più complessa invece mi sembra la costruzione di strategie di vega che impieghino i time spreads, o spread orizzontali, che hanno proprietà uniche rispetto a tutti gli altri tipi di spread, ma sono anche i più complessi da gestire.
I time spread superano il trade off che c'è tra vega e theta a livello di singola scadenza. Infatti, in monoscadenza, per essere lunghi di vega, occorre essere corti di theta. Strategie quali il condor non prediligono aumenti di vola.
Un time spread long (compro lungo vendo breve) si avvantaggia del passare del tempo, ma si avvantaggia anche di un aumento della volatilità, contrariamente a quanto si potrebbe pensare. Viceversa un time spread short.
Questo perché, in soldoni:
Valore opzione = intrinseco + tempo * volatilità.
Se implemento un time spread long, quindi compro strike 14500 giugno e vendo strike 14500 maggio, un eventuale calo di volatilità mi danneggia. Intuitivamente si sarebbe portati a pensare che il deperimento dell'opzione maggio a seguito del calo di vola, possa favorire la posizione, sbriciolandosi più velocemente della giugno, e quindi mettendo il portafoglio in una posizione di favore.
Perché una diminuzione dell'1% della volatilità, come da formula sopra, va moltiplicata per il tempo a scadenza. Quindi il fattore tempo subisce l'effetto leva della volatilità. Una diminuzione dell'1% su 30 giorni è minore di una diminuzione dell'1% su 60 giorni, quindi l'opzione più lontana PERDE DI PIU' rispetto a quanto perde la venduta a breve.
I time spread superano il trade off che c'è tra vega e theta a livello di singola scadenza. Infatti, in monoscadenza, per essere lunghi di vega, occorre essere corti di theta. Strategie quali il condor non prediligono aumenti di vola.
Un time spread long (compro lungo vendo breve) si avvantaggia del passare del tempo, ma si avvantaggia anche di un aumento della volatilità, contrariamente a quanto si potrebbe pensare. Viceversa un time spread short.
Questo perché, in soldoni:
Valore opzione = intrinseco + tempo * volatilità.
Se implemento un time spread long, quindi compro strike 14500 giugno e vendo strike 14500 maggio, un eventuale calo di volatilità mi danneggia. Intuitivamente si sarebbe portati a pensare che il deperimento dell'opzione maggio a seguito del calo di vola, possa favorire la posizione, sbriciolandosi più velocemente della giugno, e quindi mettendo il portafoglio in una posizione di favore.
Perché una diminuzione dell'1% della volatilità, come da formula sopra, va moltiplicata per il tempo a scadenza. Quindi il fattore tempo subisce l'effetto leva della volatilità. Una diminuzione dell'1% su 30 giorni è minore di una diminuzione dell'1% su 60 giorni, quindi l'opzione più lontana PERDE DI PIU' rispetto a quanto perde la venduta a breve.