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Il regime di capitalizzazione (1)
Fino a questo momento noi abbiamo definito la volatilità come variazione percentuale dei prezzi di un'attività finanziaria. In questo senso la volatilità è molto simile ai tassi di interesse che si percepiscono quando si compra un'obbligazione. L'unica differenza è che questi ultimi sono sempre positivi mentre le variazioni percentuali dei prezzi di un sottostante possono anche essere negative: il prezzo di un'azione può anche scendere. Ora la volatilità che è una deviazione standard, nulla ci dice circa la direzione futura dei prezzi.
Ma in che modo viene calcolata la variazione percentuale di un'attività finanziaria? Vi sono diverse possibili maniere. Vediamole. Supponiamo di aver deciso di investire la somma di 1000 euro al tasso del 6% annuale, per il periodo di un anno. La domanda è: al termine di tale periodo, qual è la somma che ci verrà restituita? La risposta dipende dal modo in cui questo interesse viene corrisposto.
Se l'interesse viene corrisposto al termine dell'anno allora questo ammonterà a 60 euro ed il tasso effettivo coinciderà con quello nominale: il 6%.
Se l'interesse viene corrisposto ogni 6 mesi, 3% ogni volta, al termine dell'anno allora avremo complessivamente percepito la somma di 60.9 euro. In questo caso il tasso effettivo sarà del 6.09%: maggiore di quello nominale del 6%.
Con excel si può studiare che cosa accade se aumenta la frequenza con cui viene corrisposto l'interesse. In definitiva, osservando la tabella così costruita, maggiore è la frequenza di calcolo del tasso e maggiore sarà la somma corrisposta al termine del periodo e, ovviamente, maggiore sarà il tasso effettivo percepito (negli ultimi due casi, frequenza settimanale e giornaliera, è stato ampliato il numero dei decimali per osservarne meglio le differenze). Potenza e magia dell'interesse composto!
Fino a questo momento noi abbiamo definito la volatilità come variazione percentuale dei prezzi di un'attività finanziaria. In questo senso la volatilità è molto simile ai tassi di interesse che si percepiscono quando si compra un'obbligazione. L'unica differenza è che questi ultimi sono sempre positivi mentre le variazioni percentuali dei prezzi di un sottostante possono anche essere negative: il prezzo di un'azione può anche scendere. Ora la volatilità che è una deviazione standard, nulla ci dice circa la direzione futura dei prezzi.
Ma in che modo viene calcolata la variazione percentuale di un'attività finanziaria? Vi sono diverse possibili maniere. Vediamole. Supponiamo di aver deciso di investire la somma di 1000 euro al tasso del 6% annuale, per il periodo di un anno. La domanda è: al termine di tale periodo, qual è la somma che ci verrà restituita? La risposta dipende dal modo in cui questo interesse viene corrisposto.
Se l'interesse viene corrisposto al termine dell'anno allora questo ammonterà a 60 euro ed il tasso effettivo coinciderà con quello nominale: il 6%.
Se l'interesse viene corrisposto ogni 6 mesi, 3% ogni volta, al termine dell'anno allora avremo complessivamente percepito la somma di 60.9 euro. In questo caso il tasso effettivo sarà del 6.09%: maggiore di quello nominale del 6%.
Con excel si può studiare che cosa accade se aumenta la frequenza con cui viene corrisposto l'interesse. In definitiva, osservando la tabella così costruita, maggiore è la frequenza di calcolo del tasso e maggiore sarà la somma corrisposta al termine del periodo e, ovviamente, maggiore sarà il tasso effettivo percepito (negli ultimi due casi, frequenza settimanale e giornaliera, è stato ampliato il numero dei decimali per osservarne meglio le differenze). Potenza e magia dell'interesse composto!
TassoEffettivoPositivo.png
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