Per cercare di capire l’attuale scenario del nostro indice, con l’obiettivo di individuare i possibili sviluppi da attendersi nelle prossime settimane, incominciamo ad analizzare la volatilità storica.
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Come si vede dal grafico la volatilità dopo aver incrociato a rialzo la sua linea di regressione lineare è arrivata ad un massimo di 39,10% per poi ripiegare in maniera brusca sotto la stessa attestandosi con la chiusura di venerdì scorso a 28,08% quindi in diminuzione nonostante il pesante bilancio settimanale che ha visto l’indice delle blue chips lasciare sul parterre il 3,15% rispetto al close di venerdì scorso.
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Andamento analogo per quanto riguarda i percentili che dopo una lunga cavalcata a rialzo sembrano voler prendere fiato.
Questo ha consentito alla volatilità (linea amaranto) di rientrare nel canale dei percentili.
La tenuta della volatilità storica e il suo rientro all’interno del canale dei percentili confermano che si sia arrestata - per momento – quella spinta ribassista in atto da oltre due mesi.
Quindi dal punto di vista della volatilità storica ci dovremmo aspettare un rimbalzo o quanto meno una tenuta del nostro mercato?
Credo di si!
Ciò non significa che il trend di fondo possa modificarsi in un baleno, ma semplicemente che l’indice potrebbe essere destinato, nelle prossime settimane, a compiere oscillazioni sempre più contenute, nel range delimitato dai recenti minimi, e dai livelli di inizio mese.
Una situazione di questo tipo giustificherebbe una volatilità a livelli più normali, e ripristinerebbe una dinamica dei prezzi meno frenetica di quella attuale.
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