Commento di chiusura giovedì 29 giugno 2017
Pioggia di vendite sui titoli di Stato europei. Tutti i rendimenti nell’Eurozona sono ripartiti al rialzo. Evidentemente i mercati - a mente fredda - credono assai poco alle smentite della BCE sul mantenimento dell’attuale politica monetaria accomandante.
Oltre all’obbligazionario, anche l’euro si è decisamente rafforzato, andando a superare abbondantemente 1,14 contro il dollaro, mentre gli indici azionari europei hanno accusato perdite a doppia cifra. Un po’ meglio per Piazza Affari, il Ftse Mib chiude a 20.704 punti a -1.63%, per la resistenza manifestata dal settore bancario. Sull’azionario ha pesato anche la nuova debolezza del settore tecnologico americano il cui indice Nasdaq 100 perde in questo momento oltre 2 punti percentuale.
L’impressione che se ne ricava dalla giornata odierna e che le banche centrali – e questo già lo sanno - comincino a preoccuparsi più del rientro verso la normalità monetaria piuttosto che del sostegno alle economie ormai in via di miglioramento.
Tecnicamente ci siamo rimangiati quasi per intero il profilo del giorno precedente terminando sui minimi di seduta. A meno di un ribaltamento dell’impostazione ribassista di Wall Street, domani la debolezza di oggi si farà ancora sentire almeno fino a ritestare il supporto statico posto a 20.570 punti e di cui abbiamo parlato più volte.
Pioggia di vendite sui titoli di Stato europei. Tutti i rendimenti nell’Eurozona sono ripartiti al rialzo. Evidentemente i mercati - a mente fredda - credono assai poco alle smentite della BCE sul mantenimento dell’attuale politica monetaria accomandante.
Oltre all’obbligazionario, anche l’euro si è decisamente rafforzato, andando a superare abbondantemente 1,14 contro il dollaro, mentre gli indici azionari europei hanno accusato perdite a doppia cifra. Un po’ meglio per Piazza Affari, il Ftse Mib chiude a 20.704 punti a -1.63%, per la resistenza manifestata dal settore bancario. Sull’azionario ha pesato anche la nuova debolezza del settore tecnologico americano il cui indice Nasdaq 100 perde in questo momento oltre 2 punti percentuale.
L’impressione che se ne ricava dalla giornata odierna e che le banche centrali – e questo già lo sanno - comincino a preoccuparsi più del rientro verso la normalità monetaria piuttosto che del sostegno alle economie ormai in via di miglioramento.
Tecnicamente ci siamo rimangiati quasi per intero il profilo del giorno precedente terminando sui minimi di seduta. A meno di un ribaltamento dell’impostazione ribassista di Wall Street, domani la debolezza di oggi si farà ancora sentire almeno fino a ritestare il supporto statico posto a 20.570 punti e di cui abbiamo parlato più volte.
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Meno si rischia più si guadagna ...