Seguiamo l’onda finché dura
Si sa che quando la volatilità è relativamente alta, come in questo periodo, basta poco per far oscillare i mercati in su e in giù. Si perché non dobbiamo considerare solo la possibilità che gli indici possano scivolare ma anche ai prodigiosi recuperi. Per esempio abbiamo assistito la settimana scorsa al pesante calo degli indici USA a causa dei segnali di rallentamento della congiuntura cinese e del vistoso calo degli utili trimestrali del colosso Apple, ma poi abbiamo assistito - nel fine settimana – ad un ribaltamento della situazione. E’ bastato semplicemente l’annuncio della notizia di una possibile missione diplomatica americana in Cina per stemperare gli umori dei mercati.
Per quanto riguarda i mercati Europei, sembra che attualmente godano di una forza relativa maggiore rispetto a quelli americani e che ha consentito alla maggior parte degli indici di lasciarsi dietro supporti importanti.
Anche il nostro Ftse Mib sta attraversando un periodo di convalescenza chiudendo la seduta in ripresa e soprattutto negando il segnale ribassista dell’ultima parte dell’anno e così ha riconquistato l’area del canale laterale in cui si è mosso per quasi 3 mesi. Il segnale è abbastanza buono e già abbiamo parlato – nei post precedenti – di un possibile calo della volatilità compatibile con un rialzo del nostro mercato almeno fino alla parte superiore del canale laterale situato intorno ad area 19.500 punti.
Naturalmente il trend di lungo periodo rimane sempre orientato a ribasso e solo un eventuale sfondamento con volumi della parte superiore del canale potrebbe far invertire la rotta. In effetti quello che stiamo assistendo deve essere considerato un movimento correttivo che tende a riassorbire il forte ipervenduto che c’è stato e consentire a chi abbia posizioni ancora a rialzo di alleggerirle minimizzando i danni.
Si sa che quando la volatilità è relativamente alta, come in questo periodo, basta poco per far oscillare i mercati in su e in giù. Si perché non dobbiamo considerare solo la possibilità che gli indici possano scivolare ma anche ai prodigiosi recuperi. Per esempio abbiamo assistito la settimana scorsa al pesante calo degli indici USA a causa dei segnali di rallentamento della congiuntura cinese e del vistoso calo degli utili trimestrali del colosso Apple, ma poi abbiamo assistito - nel fine settimana – ad un ribaltamento della situazione. E’ bastato semplicemente l’annuncio della notizia di una possibile missione diplomatica americana in Cina per stemperare gli umori dei mercati.
Per quanto riguarda i mercati Europei, sembra che attualmente godano di una forza relativa maggiore rispetto a quelli americani e che ha consentito alla maggior parte degli indici di lasciarsi dietro supporti importanti.
Anche il nostro Ftse Mib sta attraversando un periodo di convalescenza chiudendo la seduta in ripresa e soprattutto negando il segnale ribassista dell’ultima parte dell’anno e così ha riconquistato l’area del canale laterale in cui si è mosso per quasi 3 mesi. Il segnale è abbastanza buono e già abbiamo parlato – nei post precedenti – di un possibile calo della volatilità compatibile con un rialzo del nostro mercato almeno fino alla parte superiore del canale laterale situato intorno ad area 19.500 punti.
Naturalmente il trend di lungo periodo rimane sempre orientato a ribasso e solo un eventuale sfondamento con volumi della parte superiore del canale potrebbe far invertire la rotta. In effetti quello che stiamo assistendo deve essere considerato un movimento correttivo che tende a riassorbire il forte ipervenduto che c’è stato e consentire a chi abbia posizioni ancora a rialzo di alleggerirle minimizzando i danni.
Meno si rischia più si guadagna ...