SCADENZA APRILE 2019

Mercato ancora in mano agli “orsi”

Commento di chiusura di oggi venerdì 22 marzo 2019

I segnali sempre più forti di rallentamento economico preoccupano gli investitori, che vendono le azioni e virano verso i beni rifugio. Oggi dalla locomotiva europea, la Germania, l'indice PMI - che anticipa l'andamento nel settore manifatturiero attraverso le impressioni dei direttori agli acquisti delle aziende - è calato vistosamente. I dati si sono fatti sentire subito in Borsa, dove i listini sono passati da un cauto rialzo al segno meno in un baleno chiudendo praticamente sui minimi di giornata.
L’indice Ftse Mib chiude a 21.078 punti (-1.38%).

Sul mercato dei titoli di Stato pesa in queste sedute anche la sterzata in direzione accomodante delle Banche centrali, che ha fatto piombare i rendimenti dei titoli di Stato di nuovo a livelli che non si vedevano da tempo.

Cronologico
Le operazioni effettuate nella giornata di oggi sono state evidenziate.

Dopo quanto visto oggi, siamo rimasti a ribasso. In portafoglio abbiamo le 4 Call 21.500 aprile vendute. Questa mattina in apertura c’eravamo messi a rialzo con un secondo future long cercando di sfruttare la lettura che veniva dagli Open Interest che confermava l'aumento vistoso delle Call ITM. Non appena siamo stati eseguiti, tuttavia, si è scatenato l’inferno i mercato ha cominciato a scendere e abbiamo dovuto stoppare – seppur tardivamente – i due future che avevamo long in portafoglio. Siamo rientrati non appena si è formato un PVP in basso nella speranza di un rimbalzo, ma anche in questo caso, dopo un timido tentativo siamo ripiombati sotto il PVP. A quel punto abbiamo deciso di chiudere definitivamente i futures e rimanere short fino alla fine. Ciò ci ha consentito non solo di recuperare la perdita accusata all’inizio sul future ma di aggiungere altro utile a quello già maturato nella seduta di ieri.

Tonfo per le asiatiche

Avvio di settimana molto complicato per le principali borse asiatiche sulla scia anche di Wall Street che venerdì ha chiuso la peggiore seduta in questo 2019. A pesare sui mercati internazionali sono stati i dati macro usciti negli ultimi giorni, come il dato USA sul PMI manifatturiero che ha mostrato un calo della produzione americana scesa sui minimi da quasi due anni, provocando nuovi timori sul rischio recessione negli Stati Uniti. Il sentiment degli investitori è stato appesantito anche dal PMI dell'Eurozona, soprattutto in Germania. Tonfo per la della borsa di Tokyo, con l'indice Nikkei 225 che cede il 3,01% a 20.977,11 punti mentre il più ampio Topix ha ceduto il 2,45%. Vendite su Seoul -1,90%.
Giù le borse cinesi, con Shanghai che riporta una discesa dell'1,46% e Shenzhen dell'1,23%. Taiwan viaggia in ribasso dell'1,50%.
Se tanto mi da tanto aspettiamoci le stesse performance in Europa...

Il tempo è galantuomo

Abbiamo segnalato a più riprese l’incongruenza della FED costringendo a tornare precipitosamente sui suoi passi cambiando completamente atteggiamento verso la politica monetaria bloccando la normalizzazione.
La verità è che l’economia USA sta rallentando e non appare garantire i livelli di crescita – almeno quelli formulati dalla FED – che si avvia verso un nuovo ciclo economico che potrebbe sfociare in una profonda recessione.

A innescare la miccia sui mercati internazionali sono stati i dati macro usciti negli ultimi giorni, come il dato USA sul PMI manifatturiero che ha mostrato un calo della produzione americana scesa sui minimi da quasi due anni, provocando nuovi timori sul rischio recessione negli Stati Uniti. Il sentiment degli investitori è stato appesantito anche dal PMI dell'Eurozona, soprattutto in Germania.
Entrambi i paesi vedono il settore manifatturiero scendere pesantemente al di sotto del confine che separa le attese di crescita da quelle di arretramento.
E così, la settimana, che nella prima parte sembrava avere ancora un piglio rialzista, ha mutato atteggiamento iniziando una correzione che molto probabilmente è solo agli inizi.

Mercato molto volatile nelle prime battute…

Vediamo come si sono comportati venerdì - dal punto di vista degli Open Interest - quelli che contano sul mercato.
A prima vista non mi pare un quadro improntato al ribasso. Sia le opzioni ITM che quelle OTM si sono distribuite a cavallo del prezzo di chiusura.
Questo significa una sola cosa che vogliono prendere tempo per capire in effetti dove il mercato voglia dirigersi prima di allentare le posizioni e rivoluzionare i portafogli.
Quindi dagli Open Interest viene un messaggio di lateralità...

La strategia impostata la scorsa settimana rimane quella di uno spread a ribasso...

Per ciò che riguarda il future sempre dal punto di vista degli Open Interest osserviamo che dopo la chiusura del mese scorso e la voluminosa caduta degli Open Interest, c’è stata una ripresa moderata all'aumento culminata venerdì con un aumento di 2.794 unità. Quindi esiste una correlazione inversa tra Open Interest e il derivato.