Ciao antonio, perdonami l'interruzione, ma visto che di volatilita' stai parlando, inoltro un articolo scritto da Luca Giusti che mi sembra interessante.
Il 2018 è il primo anno che io ricordi (dal 2008) dove la Implied Volatility (che riflette le aspettative degli operatori sulla futura Volatilità del sottostante) ha sottostimato con questa frequenza la Realized Volatility (quella che poi si è registrata effettivamente sul sottostante) - ogni tanto succede, ma non con la frequenza registrata nel 2018 (come si può vedere nel grafico qui sotto, nel confronto con le precedenti annate). E non è un caso che tanti Hedge Fund quantitativi siano a bagno in questo 2018.che la volatilità nel 2017 fosse compressa, è qualcosa di cui abbiamo discusso in diverse occasioni, così come poteva essere legittimo attendersi prima o poi (non sai "quando" succederà) un'esplosione della volatilità come è successo a febbraio 2018 (o come era successo nell'estate 2016 o nell'agosto 2015...). L'anomalia è che nel 2018 siamo già davanti a 3 situazioni come questa (parlando sempre soltanto di Indici Azionari). Puoi includere in un modello tutte le condizioni che vuoi (ad esempio, non operare l'anno successivo ad un anno come col 2017 dove non si sono mai verificate queste situazioni), ma quanti episodi come questi puoi rilevare nel passato per poter dare una qualche significatività a questa analisi? Quando parlo di Hedge Fund quantitativi che sono a bagno nel 2018, non sto parlando di qualche trader che ha raccolto un paio di milioni su un pif maltese, ma di realtà che hanno in gestione masse importanti e con un team di persone piuttosto preparate che elaborano i modelli che il fondo utilizza, quindi non proprio "gli ultimi arrivati"... perchè non l'hanno previsto se era così plausibile maturare una simile aspettativa? (forse perchè non era poi così plausibile)